1. Buongiorno Dott. Del Vecchio, come vede il futuro energetico dell’Italia?
L'Italia ha tutte le caratteristiche per diventare un modello di "paese rinnovabile". A parte il fatto di essere uno dei paesi di Europa con il massimo irraggiamento, l'Italia è anche ricca di piccoli fiumi e torrenti che possono essere sfruttati per la produzione mini-idroelettrica. Anche vento e biomasse utilizzate per la produzione distribuita sono sicuramente da considerare per il futuro energetico del nostro paese. Tutte queste tecnologie accompagnate dallo sviluppo delle reti intelligenti o "smart grid" ci aiuteranno a produrre e a consumare meglio nel futuro.
2. Quale potrebbe essere il potenziale del fotovoltaico nei prossimi anni?
Dare una stima numerica del potenziale non è semplice. Se prendiamo ad esempio l'Italia la crescita dal 2007 ad oggi è stata, paragonata ad altre fonti, esponenziale, certo anche grazie agli incentivi e a una riduzione del prezzo dei moduli fotovoltaici. L'obiettivo ambito dagli operatori è arrivare alla "grid parity" ovvero all'equivalenza di costo del kWh fotovoltaico e del kWh prodotto con fonti tradizionali.
3. Quali sono le principali sfide da dover affrontare?
La normativa è certamente uno dei nostri maggiori problemi. E' spesso frammentaria e mutevole non solo per le energie rinnovabili ma in generale per tutto il settore energetico. Il settore fotovoltaico non ha al momento operatori dominanti; è un business distribuito che genere valore lungo tutta la catena, dal piccolo installatore agli investitori. Sicuramente un'altra sfida è mantenere questo assetto di valore distribuito e farne comprendere a tutti i livelli l'impatto positivo anche dal punto di vista di creazione di nuove figure professionali e nuovi posti di lavoro.
4. Quale potrebbe essere la chiave per la sostenibilità del settore?
Come già detto un quadro normativo chiaro e duraturo permette di prevedere meglio investimenti nel settore e non costringere alcune realtà alla strategia del "mordi e fuggi" che non consolida il mercato.
* Questo articolo è tratto da Comunicare Energia, N° 2 Mar-Apr 2011.
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