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Gli Architetti sull’alluvione in Sardegna: era tutto scritto, è inutile scandalizzarsi

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“Urbanizzazione selvaggia, scellerato consumo del suolo, disprezzo e violazione di ogni norma di pianificazione: mischiati assieme, questi tre fattori, hanno portato alla conta dei morti”


"Era già tutto scritto e ora è del tutto inutile scandalizzarsi: almeno ci si risparmi la farsa di indicare nei cambiamenti climatici la responsabilità di questa ennesima, immane tragedia. Urbanizzazione selvaggia, scellerato consumo del suolo, disprezzo e violazione di ogni norma di pianificazione: mischiati assieme, questi tra fattori - uniti all'arroganza e all’assoluta mancanza di una visione di lungo periodo di una classe politica sorda a tutti i suggerimenti - hanno portato alla conta dei morti di queste ore".

Così Leopoldo Freyrie, Presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori sulla alluvione in Sardegna.

"Sarebbe stato sufficiente - prosegue - che politici e amministratori avessero ascoltato la voce di quanti - come gli architetti, ad esempio - da anni vanno gridando: fermare l'abusivismo; ascoltare le denunce sui rischi idrogeologici e sismici che incombono su un territorio fragile e delicato come l'Italia; pianificare il territorio pensando alle generazioni future e non alle elezioni future. L'Abruzzo, le Cinque Terre, Genova, l'Emilia Romagna e il Mantovano, la Toscana: un rosario di tragedie e una litania di recriminazioni e, poi, di buoni propostiti subito dimenticati".

"Naturalmente piove sul bagnato - dice ancora Freyrie - con una crisi economica devastante che ormai rende difficile anche solo pianificare gli interventi più urgenti: un'elemosina i venti milioni di euro stanziati dal Governo per il disastro in Sardegna, ma soprattutto i trenta previsti dalla Legge di Stabilità 2014 per tutti gli interventi per l'anno prossimo per la messa in sicurezza del territorio italiano".

"Quello che mi auguro - conclude Freyrie - è che ora sia chiaro all'Italia e all'Europa che il patto di stabilità non può e non deve impedire gli investimenti che salvano la vita delle persone; in caso contrario saremmo entrati non nell'era dell'economia globale ma in quello dell'inciviltà crudele. Ci auguriamo anche che venga accelerato l'iter per l'approvazione della legge sulla riduzione del consumo del suolo".

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