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Greenpeace: rapporto sull’energia eolica

Ecologia e tutela ambientale di
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L’organizzazione ha recentemente presentato il nuovo rapporto “Global Wind Energy Outlook 2008” secondo il quale la Cina sarà la prima nella produzione di turbine e apparecchiature in grado di catturare l’energia del vento


Greenpeace, l’ associazione ambientalista di rilevanza mondiale, ha reso noto, di recente, il nuovo rapporto “Global Wind Energy Outlook 2008”, presentato a Pechino con la collaborazione del GWEC (Global Wind Energy Council).

Dai contenuti emerge che l’attuale situazione di crisi mondiale, rende necessaria l’adozione di misure urgenti per arginare il problema energetico.

In quest’ottica, l’energia eolica risulta la tecnologia giusta per riuscire ad ottenere una riduzione delle emissioni inquinanti, occupazione ed una rapida risposta alla domanda energetica globale.

La scelta di Pechino, quale sede dell’ evento di rilevanza mondiale, non è stata casuale, dal momento che il mercato eolicocinese è attualmente in avanzata fase di sviluppo, presenta infatti il maggiore grado di espansione a livello mondiale, tanto da lasciar prevedere che entro la fine del 2009 la Cina dominerà la classifica di produttori di turbine e apparecchiature in grado di catturare l’energia del vento.

Secondo le previsioni contenute nel rapporto di Greenpeace, nel 2020 il 12% del fabbisogno energetico mondiale potrebbe essere soddisfatto dalla produzione di energia eolica, percentuale che potrebbe anche superare il 30% per il 2050.

“Abbiamo pochi anni per ridurre le emissioni mondiali di CO2 e l’eolico avrà un ruolo cruciale. Nessun’altra tecnologia è in grado di fornire un tale contributo su scala mondiale in tempi così ristretti” afferma Steve Sawyer, segretario Generale del Gwec.

Il settore della produzione di energia elettrica è da solo responsabile di circa il 40% delle emissioni mondiali di CO2, ma un’ampia strategia focalizzata sullo sviluppo di questa fonte rinnovabile permetterebbe di risparmiare in 12 anni circa 10 miliardi di tonnellate di CO2, pari al doppio di quanto emesso dalla Cina nel 2005.

“Oltre ai benefici per l’ambiente, l’eolico è un settore in grado di sostenere l’economia in un periodo di recessione – afferma Giuseppe Onufrio, direttore delle Campagne di Greenpeace Italia sono circa 350 mila i ‘colletti verdi’ che lavorano già oggi nell’industria eolica, e il dato sugli occupati salirà a oltre 2 milioni al 2020”.