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Habitat Lab, il futuro dell’edilizia alle porte di Milano

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Inaugurato oggi a Corsico il nuovo centro di Saint-Gobain Italia, un laboratorio aperto sull’edilizia del futuro che propone un nuovo modello di sostenibilità delle costruzioni


L’innovazione e la sostenibilità in edilizia, da oggi, sono di casa a Corsico, nell’hinterland milanese. È stato inaugurato infatti il 2 ottobre “Habitat Lab”, l’edificio-laboratorio con il quale il Gruppo Saint-Gobain si propone di promuovere in Italia la sua visione dell’ ”Habitat” e un nuovo modo di costruire, attento sia alla sostenibilità degli edifici sul piano energetico, dei materiali impiegati e delle emissioni inquinanti, sia al benessere delle persone e al comfort abitativo.
 
Oltre 1.200 metri quadrati di superficie, due anni di lavoro, per un investimento complessivo di oltre 4 milioni di euro. Le soluzioni innovative Saint-Gobain sono state applicate per l’involucro opaco e trasparente, controsoffitti, divisori interni, coperture, impianto fotovoltaico e materiali di finitura. Habitat Lab è destinato a diventare il fiore all’occhiello di Saint-Gobain Italia, esempio eccellente di quell’innovazione che il Gruppo persegue e promuove nel nostro Paese anche come risposta all’attuale congiuntura negativa, per la ripresa e lo sviluppo del settore delle costruzioni.
 
“Habitat Lab è il primo esempio di edificio realizzato in Italia secondo gli standard Multi-Comfort, il programma di soluzioni integrate proposte al mercato edilizio da Saint-Gobain”, ha dichiarato Gianni Scotti, Delegato Generale di Saint-Gobain Italia, Egitto, Grecia e Turchia. “L’inaugurazione di questa struttura rappresenta allo stesso tempo per noi un successo, in un contesto di mercato come quello attuale, e una tappa fondamentale nel percorso di sviluppo del mercato italiano. Abbiamo infatti da tempo un’idea precisa di cosa debba voler dire costruire bene in Italia, a misura di ambiente e persone. Il nostro Habitat Lab sarà d’ora in poi un punto di riferimento, un modello tangibile e sostenibile da perseguire; un centro votato alla formazione per promuovere sempre di più una nuova, moderna cultura del costruire”.

Durante la cerimonia di inaugurazione è intervenuto anche il Presidente francese del Gruppo, Pierre-Andrè de Chalendar, il quale ha sottolineato come “l’Habitat Lab rappresenta ciò che Saint-Gobain intende fare: creare un punto di riferimento per l’habitat sostenibile del futuro, che non può prescindere dall’efficienza energetica e dal comfort abitativo, declinato in tutti gli aspetti”.

“L’Habitat Lab - ha proseguito il Presidente - è un Centro di innovazione, dimostrazione e formazione. Ma l’innovazione va calata all’interno delle realtà locali, per cui il Centro sarà importante per il futuro per progettare prodotti appositamente studiati per l’Italia e rafforzare la presenza del Gruppo in questo Paese”.

L’impegno concreto di Saint-Gobain per l’innovazione è ben rappresentato da due dati: il gruppo investe circa 400 milioni di euro l’anno per la ricerca che consente la registrazione di 400 brevetti l’anno; inoltre il 25% dei prodotti attualmente commercializzati da Saint-Gobain 5 anni fa non esisteva ancora.

Nel progetto di Habitat Lab, Saint-Gobain è stata affiancata da Schneider per la parte di domotica: l’edificio è infatti dotato di un sistema di monitoraggio continuo dei valori energetici, in modo da poter vedere davvero i benefici portati dalle nuove tecnologie applicate da Saint-Gobain. Come ha chiaramente illustrato l’Ing. Ricci di Schneider sono presenti ben 26 punti di raccolta di informazioni, grazie ai quali è possibile ottenere un quadro completo della situazione ambientale ed energetica della struttura.

L’inaugurazione ha rappresentato anche l’occasione per parlare dei nuovi scenari dell’architettura sostenibile del futuro, con gli interventi dell’Arch. Cucinella e del Prof. Dall’O’.

“Un laboratorio come questo mostra la strada da seguire - ha detto l’Arch. Cucinella - In questo momento è l’industria che sta facendo innovazione e ricerca, si tratta per i professionisti di un’opportunità per riqualificare il proprio mestiere. Anche se la certificazione LEED non è obbligatoria tutti la richiedono: per gli architetti si tratta di trasformare la possibilità energetica in un’opportunità creativa”.

“Non si tratta di un’opzione - ha continuato Cucinella - ma dell’unica strada da seguire. Bisogna investire nel prodotto edilizio perché tra 30-40 anni genererà dei costi che non saranno più sostenibili. È una questione di responsabilità sociale”.

Anche per il Professor Dall’O’ il concetto di sostenibilità ha subito uno slittamento da una scelta etica ad una necessità economica: la riqualificazione edilizia rappresenta la via principe per il rilancio dell’economia in crisi. Non bisogna però parlare di singoli edifici ma “bisogna passare ad una logica di sistema: ragionare sia sull’edificio che sulla città per arrivare alla creazione della Smart City del futuro”.

“La vera sfida per il mondo edile - ha concluso Dall’O’ - è nella riqualificazione dell’edilizia pubblica: la sostenibilità energetica non deve essere a beneficio di una ristretta èlite ma interessare tutti quanti, bisogna riuscire a non far crescere il costo dell’edificio. L’attività del Centro per la ricerca ha quindi in questo senso anche un valore sociale”.