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I cittadini toscani e la casa: il rapporto della Regione

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Il rapporto redatto dall'Osservatorio Sociale Regionale nasce come supporto conoscitivo al ciclo di programmazione, monitoraggio e controllo sulle politiche abitative

È stato diffuso il Rapporto sulla condizione abitativa in Toscana, redatto dall'Osservatorio Sociale Regionale (OSR) in collaborazione con il Settore politiche abitative della Regione. Il rapporto nasce come supporto conoscitivo al ciclo di programmazione, monitoraggio e controllo sulle politiche abitative ed è redatto sulla base dei dati in possesso dell'OSR implementati con altri tratti dall'Osservatorio del mercato immobiliare dell'Agenzia dell'Entrate, Istat, Osservatorio Federcasa, etc, oltre ad informazioni del settore politiche abitative della Regione e dei gestori del patrimonio ERP.

Sfratti in calo e mercato immobiliare in ripresa per il quarto anno consecutivo, segnali di ripartenza anche nel settore costruzioni. Confermato il dato sui toscani residenti nelle case del patrimonio ERP, pari al 3% delle famiglie. Questi alcuni dei dati più significativi.

L’edizione 2018 del Rapporto presenta un focus sulle domande e le assegnazioni di alloggi ERP. Nel 2018 si registra un calo del 16,1% delle domande presentate rispetto al 2017 (- 18,9% per le domande ammesse). Un dato ancora più significativo se confrontato con quello del 2015 (-27,4% per le domande presentate e -32% per quelle ammesse). L'approfondimento è stato condotto nei Comuni capoluogo di provincia, su un campione del primo 20% della graduatoria delle domande ammesse riferito alle graduatorie successive alla LR 41/2015 e quindi allineate ai nuovi criteri per l'assegnazione.

Nelle domande ammesse i nuclei italiani risultano i principali (58,3%), crescono nel primo 20% delle graduatorie (66,3%) e in corrispondenza delle assegnazioni (77,4%). I nuclei di cittadinanza straniera sono invece mediamente in graduatoria più bassa rispetto ai nuclei italiani. Nel primo 20% delle graduatorie sono il 33,7%; nelle assegnazioni effettive il 22,6%.

L'analisi del calo delle domande, che peraltro interessa in misura omogenea sia famiglie italiane, che famiglie di origine straniera, non può essere ricondotto ad un solo fattore. E' verosimile che vi incidano in parte i requisiti per l'accesso introdotti dalla LR n. 41/2015, ed in parte altri elementi come il nuovo Isee (introdotto nel 2015), che ha comportato la valorizzazione di altre voci prima non considerate ed il rafforzamento dei controlli: ad esempio, nel 2015, si è osservato un abbattimento dell'80%, rispetto al 2014, di Dichiarazioni Sostitutive Uniche con patrimonio nullo dal 66,8% al 14,1%, che nel 2016 si è ridotta addirittura ad un quota inferiore al 6%.

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