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I New Jersey: cosa sono, a cosa servono e perché si chiamano così

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I New Jersey: cosa sono, a cosa servono e perché si chiamano così
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Di certo quando abbiamo scoperto il nome di questo elemento, fondamentale per la sicurezza di chi lavora, siamo rimasti quantomeno perplessi. Ecco tutto ciò che c’è da sapere

Sarà sicuramente capitato molte volte di vederli per strada, in cemento nelle vicinanze di cantieri di cui delimitano l’area o come separatori e sparti traffico. O magari in plastica, durante certe manifestazioni dove venivano usati per incanalare il flusso di persone o restringere l’accesso a determinate zone.

Probabilmente non sapevamo nemmeno come si chiamavano e indicavamo i New Jersey come delle semplici “barriere di cemento”.

Di certo quando abbiamo scoperto il nome di questo elemento, fondamentale per la sicurezza di chi lavora, siamo rimasti quantomeno perplessi.

Ma cosa sono i New Jersey, perché si chiamano così e che ruolo hanno nella nostra vita? Scopriamo qualcosa di più su questo prodotto.

New Jersey: anatomia di una barriera

Partiamo dalla cosa. I New Jersey sono degli elementi modulari finalizzati alla formazione di barriereper separare il traffico autostradale. Come già detto possono essere in cemento, come quelli creati Fantuz Ugo, l’azienda di Gaiarine (TV) che ormai da più di 40 anni si occupa della produzione di manufatti prefabbricati in cemento, o in PVC.

In ogni caso la loro struttura è pensata appositamente per minimizzare i danni al veicolo in caso d’urto ed evitare, allo stesso tempo, lo scavalcamento e il passaggio all’altra corsia. In caso di collisione, infatti, la parte inferiore del divisore solleva la gomma dell’auto ed evita l’impatto con la carrozzeria, inclinando la macchina in modo che il copertone possa scorrervi sopra e, allo stesso tempo, dirigendo un’eventuale spinta verso l’interno della carreggiata su cui già si trova il veicolo invece che verso quella opposta.

È per la sicurezza stradale quindi che viene ideato in New Jersey ed è proprio dal suo primo utilizzo in questo senso che trae il suo nome, anche se non è facile da intuire.

Nome omen? Questa volta no

Anche se non è per niente scontato capirlo, come molti avranno sospettato, il nome non fa riferimento al tessuto, ma allo Stato americano dove per la prima volta vennero impiegati, proprio in ambito autostradale. I New Jersey, infatti, sono stati creati negli anni ’50, nel Stevens Institute of Technology del New Jersey per separare le corsie delle autostrade. Se il nome italiano, però, non lascia trapelare nessun indizio sull’utilizzo, quello originale è più esplicativo. In inglese, infatti vengono detti Jersey barrier, Jersey wall o, in maniera più colloquiale, Jersey bump.

Inizialmente non furono pensati per essere modulari e anche le dimensioni erano più ridotte. Mentre ora misurano circa 81 cm (ma possono arrivare anche a 110 o, nel caso di quelli di Fantuz Ugo, anche a 4m), i primi modelli si fermavano ai due piedi anglosassoni, ovvero circa 60 cm.

La praticità e l’efficacia di queste barriere ha fatto si che il loro uso abbandonasse ben presto l’esclusività del contesto stradale. Oggi i New Jersey sono impiegati per molteplici usi, tra cui la protezione da attacchi terroristici o assalti.

Quando nel 2016 un attentato ai mercatini di Natale di Berlino provocò la morte di 12 persone, diverse città italiani scelsero di usare i New Jersey a protezione delle aree pedonali.

I New Jersey sono solo un esempio di tutte quelle barriere, dissuasori e recinzioni in cemento che possono essere usati per garantire la sicurezza di chi lavora e viaggia.

Fantuz Ugo, ad esempio è specializzato nella produzione di mini barriere a profilo New Jersey in calcestruzzo, ma anche dissuasori a panettone per limitare il traffico, o l’accesso a zone pedonali, recinzioni in  cemento prefabbricate per la delimitazione di aree civili o industriali e molti altri prodotti in calcestruzzo.