I sistemi di accumulo (SdA) elettrochimico nel settore elettrico, scenari e prospettive

Energie rinnovabili di Marco Zibetti
Secondo lo studio di ANIE e RSE, i SdA risultano convenienti in situazioni come l’integrazione in impianti convenzionali “base load” e l’installazione in isole non connesse alla rete nazionale


La crescente quota di generazione da fonti rinnovabili richiede necessariamente il ripensamento e la ridefinizione di scenari e tecnologie che devono essere applicate e inserite all’interno del sistema per poterlo rendere ancora più efficiente, sicuro e performante, a beneficio degli utenti e di tutti gli attori coinvolti.

Una delle tecnologie strategiche in tal senso è quella dell’accumulo elettrochimico che può svolgere una funzione determinante per il sistema elettrico nel garantire flessibilità, sicurezza, controllo e stabilità dei parametri di rete e una gestione ottimale dell’energia da parte dei produttori/consumatori.

Per analizzare nello specifico l’impatto che i Sistemi di Accumulo (SdA) elettrochimico possono avere all’interno del sistema elettrico, RSE - Ricerca sul Sistema Energetico - e Anie Energia hanno collaborato alla redazione del Libro Bianco: “Prospettive dei sistemi di accumulo elettrochimico nel settore elettrico”.
Il testo è stato presentato a Roma, nell’Auditorium della sede di GSE, alla presenza del Sen. Massimo Mucchetti (Presidente X Commissione Industria del Senato) e del Presidente della AEEGSI Guido Bortoni.

Il Libro Bianco evidenzia - commenta Stefano Besseghini AD di RSE - le opportunità che l’installazione di un sistema di accumulo elettrochimico può offrire agli operatori e al sistema elettrico e ne analizza vantaggi e criticità. RSE ha dedicato particolare attenzione alla valutazione degli aspetti tecnici come la regolazione primaria di frequenza, l’inerzia sintetica, la regolazione di tensione, oltre che ai contributi potenzialmente offribili al mercato del bilanciamento e alle applicazioni per la massimizzazione degli autoconsumi da generazione distribuita”.

Nel lavoro di ricerca - spiega Nicola Cosciani Presidente Gruppo Sistemi di Accumulo ANIE Energia - si cerca di dare risposta a tre quesiti fondamentali per la comprensione delle potenzialità di sviluppo del settore dell’accumulo elettrochimico: quali sono le applicazioni di maggior rilievo e interesse, in quali di queste applicazioni l’accumulo elettrochimico ha raggiunto o e prossimo alla competitività e, infine, quali mutamenti di scenario, in termini di normativa e di costi e prestazioni della tecnologia, possono facilitare la diffusione dei sistemi di accumulo anche nel nostro Paese”.

L’analisi dei casi svolta nello studio evidenzia la grande varietà di situazioni nelle quali è possibile ipotizzare un impiego di SdA elettrochimico al servizio del sistema elettrico. Un’ampia diffusione dei sistemi di accumulo è tuttora limitata dagli attuali costi della tecnologia e dai meccanismi di mercato. Tuttavia la situazione è in evoluzione. Con la crescente diffusione delle fonti rinnovabili non programmabili, i servizi resi dagli impianti convenzionali potrebbero non essere più sufficienti a garantire la sicurezza del sistema. Questo renderebbe indispensabile il ricorso ai sistemi di accumulo.

I SdA risultano convenienti, ai prezzi di mercato e sulla base delle regolamentazioni attuali, in alcune specifiche situazioni, fra cui, ad esempio, l’integrazione in impianti convenzionali “base load” e l’installazione in piccole isole non connesse alla rete nazionale, dove la produzione da fonti rinnovabili è concorrenziale rispetto all’attuale generazione tramite impianti a gasolio. Inoltre, sul fronte tecnologico, la maturazione delle soluzioni esistenti e lo sviluppo di nuove tecnologie di accumulo potranno, a breve, portare a un decisa riduzione del loro costo. Si può quindi affermare che la partita della profittabilità dei SdA sia appena cominciata.



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