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Il futuro della bioedilizia è nelle “case-centrali elettriche”

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Dagli USA arriva una proposta innovativa al problema degli elevati consumi energetici: fare di ogni edificio una “centrale elettrica”, che attraverso un sistema di microgenerazione diffusa le renda autosufficienti dal punto di vista energetico.


Il problema dell’energia, sembra essere sempre più affidato alle nostre case.
E’ molto probabile che nel prossimo futuro l’Enel o comunque il Gestore per l’energia elettrica, si limiteranno a fare, appunto, da gestore della rete ma non saranno più i soli produttori di energia elettrica da grandi centrali. Esisterà invece una microgenerazione diffusa, a livello di quartiere o di singolo isolato o di condominio.

Ogni abitazione sarà pressoché autosufficiente, nel senso che produrrà da sé l’energia elettrica di cui necessita, e qualora ne producesse in quantità che eccedono il fabbisogno, la immetterà in rete. Sarà poi l’Enel (o il gestore) a ridistribuirla.

Ciò dovrà avvenire soprattutto in ambito edilizio, il settore al quale vanno ricondotti i consumi maggiori in assoluto (dal 30 al 40%) e le più alte emissioni di CO2 in atmosfera. Ma soprattutto perché le strutture edilizie (comprese quelle abitative) si prestano bene ad ospitare impianti di energie rinnovabili: fotovoltaico, eolico, geotermico..

Questa proposta, che non è nuova ed è stata esposta più volte da docenti universitari e scienziati di chiara fama, negli Stati Uniti è già una realtà: anzi una rivoluzione che sta cambiando il mondo dell’edilizia abitativa, dato che le case vengono progettate non più solo per essere abitate, ma anche per “funzionare”come vere e proprie centrali elettriche.

Quindi è necessario cominciare a preparare fin da ora le nuove generazioni di ingegneri e architetti, cosicchè si rendano conto che il risparmio di energia (che è la prima condizione per poterne produrne di nuova, cioè la forma più sicura per averne a disposizione) deve trovare spazio nei loro progetti, e non rappresentare un optional per pochi illuminati