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Il ruolo delle rinnovabili nel sistema energetico italiano

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Riportiamo i dati salienti dell’Analisi trimestrale dell’Enea con il commento di Francesco Gracceva, l’esperto che ha coordinato lo studio

Qual è il ruolo delle fonti rinnovabili nel sistema energetico italiano? A descrivere lo scenario pensa l’Analisi trimestrale curata dall’Enea. Le notizie per il settore sono positive.

Nel primo trimestre 2019, le fonti rinnovabili non programmabili hanno raggiunto il 15,2% della generazione elettrica, sfiorando il massimo storico del 15,4% del II trimestre 2016. Complessivamente, nel primo trimestre dell’anno, i consumi di energia da fonti rinnovabili sono cresciuti del 5% e risultano in sensibile crescita anche i consumi di gas nella generazione elettrica (+10%), mentre le importazioni di energia elettrica sono crollate del 23%.

“Sul calo dei consumi e delle emissioni hanno inciso le temperature miti dell’inverno, che hanno limitato l’utilizzo del riscaldamento; inoltre è diminuito l’utilizzo di prodotti petroliferi nei trasporti e più ancora nella petrolchimica e nella generazione elettrica”, sottolinea Francesco Gracceva, l’esperto ENEA che coordina l’analisi.

L’indice sintetico ENEA ISPRED

La diminuzione dei prezzi per le imprese e il lieve miglioramento degli indicatori di decarbonizzazione e di sicurezza energetica hanno riportato in positivo l’indice sintetico ENEA ISPRED, che misura la transizione energetica sulla base dell’andamento dei prezzi, delle emissioni di gas serra e della sicurezza del sistema energetico. Dopo un lungo trend negativo, nel primo trimestre 2019 l’indice ha segnato un +7% rispetto al stesso periodo 2018.

Ma non mancano segnali di crescenti criticità sul fronte sicurezza, per il forte incremento nel sistema elettrico delle fonti intermittenti. “Il duplice calo di consumi ed emissioni, anche se contenuto, segna una positiva inversione di tendenza per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione, ma la distanza fra le emissioni stimate a inizio 2019 e quelle per centrare il target al 2030 resta vicina ai massimi dell’ultimo decennio”, conclude Gracceva.