Immobiliare: qual è lo sconto medio nella compravendita?

di Marco Zibetti
Vuoi sapere dove conviene comprare casa? Scopri tutti i numeri del mercato immobiliare e le città dove si tratta di più sul prezzo prima di firmare

Chi sta per acquistare casa o investire nel mattone non può ignorare un dato cruciale del mercato immobiliare: quanto si riesce davvero a trattare sul prezzo richiesto? La risposta arriva dall’ultima analisi dell’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa, che fotografa l’andamento degli sconti applicati nella seconda metà del 2024. Scopri perché alcune tipologie di abitazione si svalutano di più e quali città offrono margini di trattativa più ampi.
A livello nazionale, lo sconto medio applicato in fase di compravendita si attesta al 7,8%, in lieve calo rispetto al semestre precedente.
Tuttavia, la percentuale cambia sensibilmente in base alla tipologia e alle condizioni dell’immobile. Le abitazioni usate registrano una riduzione più marcata del prezzo (-8,0%), seguite da quelle ristrutturate (-6,8%) e infine dalle nuove costruzioni, con uno sconto medio più contenuto (-4,7%).
Il fattore stato d’uso continua a influenzare fortemente la trattativa: più l’immobile richiede lavori, più si tende a negoziare, anche in previsione dei costi di ristrutturazione.

Classe energetica, finalità di acquisto e differenze geografiche

Un altro elemento rilevante è la classe energetica: gli immobili in classe A vedono uno sconto medio del 4,6%, mentre quelli meno efficienti, in classe G, arrivano a una riduzione dell’8,7%.
La scontistica cresce anche quando l’acquisto ha finalità di investimento: in questi casi si raggiunge una media del -10,5%, sfruttando il maggiore potere contrattuale degli investitori.
Passando alle grandi città, lo sconto medio passa da -8,3% nella prima metà del 2024 a -8,1% nella seconda. Palermo guida la classifica dei ribassi più elevati (-11,7%), seguita da Genova (-9,9%) e Napoli (-8,4%). All’estremo opposto, Verona e Bologna si distinguono per gli sconti più contenuti, rispettivamente -5,2% e -5,6%.
Il quadro conferma come la possibilità di trattare sul prezzo resti un elemento centrale del mercato, ma con differenze significative a seconda di città, condizioni e destinazione dell’immobile.


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