Indagine Cresme: nelle costruzioni un quinto delle imprese giovanili italiane

Lavori pubblici di Marco Zibetti
L’analisi voluta dal Formedil parla chiaro: stipendi più alti e lavoro più stabile danno la percezione di uno sbocco occupazionale migliore che in altri settori.


Quando l'economia è in recessione i giovani si rivolgono all'edilizia che, sebbene in forte crisi, sembra ancora offrire maggiori possibilità di occupazione rispetto agli altri settori e un lavoro con salari medi superiori e contratti più stabili di quelli che si possono ottenere altrove. È quanto emerge dall’indagine “Giovani e costruzioni” realizzata dal Cresme per il Formedil (Ente nazionale per la formazione e l’addestramento in edilizia), che nel triennio 2009-2011 ha formato, attraverso 32.813 corsi, oltre 385 mila allievi, il 20% degli occupati medi nel settore.

L’analisi, presentata il 20 ottobre al Saie in occasione del convegno “I giovani e l’edilizia” organizzato in collaborazione con Iiple di Bologna, fa il punto sul lavoro giovanile in Italia e sottolinea come nelle costruzioni si concentrino circa il 12% di tutta l’occupazione compresa nella fascia di età tra i 15 e i 24 anni - un’incidenza tra le più elevate nel panorama dei principali Paesi europei (la media UE è dell’8%) - e un quinto di tutte le imprese giovanili in Italia.

Stipendi più elevati
Secondo l’analisi dell’istituto di ricerca, un giovane tra i 15 e i 24 anni dipendente nelle costruzioni percepisce, in media, un reddito mensile più elevato rispetto a quello dei coetanei impiegati in altri settori. Lo stipendio mensile medio è pari al 79% del reddito medio del settore, una percentuale decisamente superiore sia alla media di tutta l’economia (68%), sia a quanto si osserva nel settore industriale (73%). Va detto che la più equa distribuzione reddituale che si osserva nelle costruzioni non è una peculiarità del contesto italiano, e va ricondotta alle dinamiche di carriera e alla struttura interna delle imprese del settore. E il tutto si riflette, rispetto ad altri settori, in una più rapida crescita dei salari all’inizio della carriera anche se con un orizzonte reddituale che appare più limitato.

Un impiego più stabile
In edilizia inoltre sono meno diffusi i contratti a tempo determinato: tra i dipendenti con età compresa tra 15 e 24 anni la quota di contratti a termine, seppur cresciuta vistosamente negli ultimi 4 anni, si ferma al 43,1%. Rimane perciò strutturalmente inferiore non solo rispetto alla media dell’economia italiana (49,9%) ma anche rispetto a quanto avviene nel settore manifatturiero (47,7%).

Un settore molto giovane
Il comparto delle costruzioni è particolarmente propenso ad accogliere i più giovani, sia in termini occupazionali che in termini imprenditoriali. L’edilizia assorbe infatti circa il 12% di tutta l’occupazione giovanile, un’incidenza tra le più elevate nel panorama dei principali paesi europei (la media UE è dell’8%), risultando, tra tutti i settori, quello con la quota di occupazione giovanile in assoluto più elevata.
Il tasso di imprenditorialità giovanile, ovvero la quota di imprese la cui percentuale di partecipazione di giovani fino a 34 anni è superiore al 50%, le costruzioni mostrano, in effetti, i valori  più elevati. Alla fine del 2011, secondo i dati delle camere di commercio, erano quasi 132 mila le imprese giovanili attive nelle costruzioni, il 16% del totale del settore e oltre un quinto (il 21%) di tutte le imprese giovanili in Italia. Il tasso è pari al 12,8% per i servizi; all’8,2% per l’industria; al 7,4% per l’agricoltura.

La crisi e i lavori specializzati
Se negli ultimi 4 anni la concomitanza dell’inversione del ciclo edilizio e della crisi economica ha causato, per il settore, una crisi senza precedenti che ha comportato tra i più giovani la perdita di quasi 50 mila posti di lavoro (il 27% dell’occupazione del 2008), è anche vero che sono state le attività di costruzione di edifici e edificazione di opere pubbliche quelle ad aver subito di più l’impatto della crisi, mentre le attività di costruzione specializzate hanno mostrato una tenuta maggiore.

Il settore si sta infatti orientando sempre di più sull’attività di rinnovo e di riqualificazione, specialmente in chiave energetica, con la componente di imprese specializzate, in particolare installatori e impiantisti, che, anche grazie allo sviluppo delle energy technology (si pensi al boom di installazioni fotovoltaiche), ha subito meno l’impatto della crisi, e ha registrato, anche per questo, una flessione molto meno marcata dell’occupazione (anche giovanile).
È in questa chiave che bisogna leggere la collocazione dei giovani, che risultano attivi per la stragrande maggioranza, sia in termini occupazionali che imprenditoriali, nell’ambito di lavori edili specializzati che rappresentano il 69% dell’occupazione e il 74% delle imprese giovanili. Si tratta di finitura e completamento degli edifici, installazione di impianti o lavori di isolamento di edifici o parti di essi, attività che, da un lato, richiedono alle imprese uno start-up meno oneroso e competenze o attrezzature specifiche, dall’altro, offrono ai più giovani migliori opportunità.

Le prospettive: nuovi indirizzi di formazione
Energy technology, energie rinnovabili, risparmio energetico, bioedilizia, sostenibilità, nuovi mercati nel settore pubblico, di internazionalizzazione, innovazione tecnologica, nei materiali, nelle tecniche di costruzione, nella progettazione: sono gli ambiti che potranno generare nuove opportunità di rilancio per il settore.
In questo contesto un ruolo fondamentale dovrà essere svolto dagli enti di formazione, che sono chiamati a tenere il passo con il cambiamento e a preparare i più giovani all’ingresso nella professione con un ruolo da protagonisti. Un compito non indifferente se si considera che, secondo le banche dati Formedil, nel triennio 2009-2011 sono stati formati, attraverso 32.813 corsi, oltre 385 mila allievi, il 20% degli occupati medi nel settore. E negli ultimi anni è sensibilmente cresciuta la domanda di formazione da parte di giovani inoccupati, passata dal 7% del totale degli allievi nel 2006 a quasi il 30% nel 2011. Un dato che testimonia come tutto il settore edile sia visto sempre di più come un importante sbocco occupazionale, in un contesto in cui per i giovani senza esperienza il mercato del lavoro si fa progressivamente più rigido.

L’ingresso nel mondo del lavoro e la Borsa Lavoro per operai e tecnici
Allo scopo di favorire la collocazione e ricollocazione sul mercato di operai e tecnici in un momento particolarmente difficile per il comparto, il 27 ottobre del 2011 il Formedil in collaborazione con laCnce (Commissione Nazionale Casse edili) ha lanciato la Borsa lavoro edile nazionale (Blen.it). Il progetto si basa su un portale web (www.blen.it) nel quale inserire i curricula dei lavoratori e pubblicare le offerte delle imprese allo scopo di facilitare l’incontro tra le parti e su una serie di sportelli distribuiti sul territorio, per l’assistenza ai cittadini e alle imprese.
Ad oggi, il progetto è nella fase sperimentale che precede la messa a regime su tutto il territorio nazionale. Alla sperimentazione sta partecipando attivamente un primo gruppo di Scuole Edili che hanno deciso di aderire al progetto attraverso una propria candidatura sostenuta dall’accordo delle parti sociali territorialmente competenti. Il numero delle Scuole aderenti continua ad aumentare con il passare del tempo.

Il servizio è attualmente attivo presso 23 Scuole edili. Si tratta di:
-    Nord: Milano, Brescia, Bergamo, Venezia, Verona, Parma, Bologna;
-    Centro: Lucca, Perugia; Terni, Roma, Frosinone, Teramo;
-    Sud: Avellino, Salerno, Foggia, Bari (con competenza Bari, Barletta, Andria, Trani); Brindisi, Taranto, Lecce, Reggio Calabria, Palermo, Agrigento.

In Veneto, tutte le province hanno sottoscritto il verbale di accordo sindacale, prevedendo in prima battuta l’attivazione del servizio operativo a sportello presso le Scuole edili di Verona e Venezia.
La distribuzione geografica del servizio permette di assicurare all’utente finale (lavoratore o impresa) una efficacia del servizio in termini di raggiungibilità e, quindi, fruibilità. Inoltre, il bacino di utenza assicurato dalla movimentazione prodotta dal territorio di appartenenza delle Scuole Edili coinvolte è considerevole: dai numeri provenienti dalle Casse Edili (istantanea al 30/9/2011), le Scuole partecipanti riescono a coprire da sole circa il 42% delle imprese edili iscritte in Italia in Cassa Edile e circa il 47% dei lavoratori occupati. Al termine di questa fase si potranno effettuare le valutazioni valutazioni riguardanti la qualità e l’efficacia del servizio offerto.
Per i prossimi mesi sono in programma sia l’inserimento di Blen.it sui Social Network Facebook e Twitter che le applicazioni dedicate per I-Pad e I-Phone.

“Per coinvolgere appieno i giovani occorre favorire il crearsi di migliori condizioni di contorno: impiegare la meglio le risorse di cui il Paese dispone, sottraendole alla moltiplicazione degli enti cui continuamente assistiamo e destinandole a quei settori che possono fari ripartire l’economia, quali la riqualificazione delle periferie e le infrastrutture - afferma Massimo Calzoni, presidente Formedil -. Occorre inoltre procedere a una serie di semplificazioni anche nel nostro settore: un esempio su tutti è dato dalle impalcature contrattuali. Ritengo che sia sufficiente un solo contratto nazionale, al quale affiancare al più degli integrativi regionali. Infine sarebbe auspicabile una maggiore sinergia tra Scuole edili, Cpt e Casse edili, per un superamento delle barriere che ancora esistono in vista di un servizio che consenta ai giovani di esprimere appieno le loro potenzialità”.

È intervenuto anche Paolo Nerozzi, vicepresidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno degli infortuni sul lavoro: “Negli ultimi anni si è assistito ad una riduzione degli infortuni sul lavoro nelle costruzioni rispetto ad altri settori. A parità di addetti e ore lavorate si verificano infatti meno incidenti rispetto a comparti quali l’agricoltura, dove invece si assiste ad un aumento del fenomeno. Un risultato che è stato possibile anche grazie alla formazione vera e reale offerta dagli enti paritetici bilaterali, scuole edili Formedil e Cpt”.

Gli fa eco Gabriele Buia, vicepresindente Ance: “Il nostro è un settore difficile, per questo stiamo da anni sta lavorando per portarlo alla dignità che merita. La parte imprenditoriale sana si impegna da tempo a sostenere logiche formative in grado di aumentare la sicurezza in cantiere. A questo scopo chiediamo anche al legislatore una normativa ad hoc che tenga conto delle particolari esigenze del comparto”.

“Per avere un quadro più completo bisogna considerare anche i dati delle Casse edili che ci dicono che, assistendo a un aumento della forza lavoro straniera, si verifica una concentrazione nelle fasce più basse dell’inquadramento lavorativo - dichiara Massimo Trinci, segretario generale Fillea-Cgil e vice presidente della Commissione nazionale delle Casse edili (Cnce) -. Inoltre, in questi anni di forte crisi molte imprese hanno manifestato la tendenza a tenere con sé il nucleo storico costituito dagli operai più qualificati, mentre per l’esecuizone dei lavori si rivolgono alle partite iva, che rappresentano un male endemico di questo settore. Per uscire da questo empasse bisogna premiare le imprese più strutturate e superare la flessibilizzazione che passa attraverso le false partite iva e creare un argine al lavoro nero mediante la Borsa Lavoro Edile Nazionale promossa da Formedil e la bilateralità”

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