Ingegneria: cosa ci dicono i numeri sui nuovi laureati?

di Marco Zibetti
Crescita dei laureati triennali e delle laureate, calo dei magistrali: il 2024 segna un cambiamento nel panorama italiano della formazione in ingegneria

Il mondo dell’ingegneria italiana mostra segnali contrastanti: tra innovazione e tradizione, il profilo dei laureati sta cambiando e invita a riflettere sul futuro della professione. Nel 2024 cresce il numero di laureati di primo livello, mentre cala quello dei laureati magistrali, portando la loro quota sotto il 15% rispetto al totale, un dato in diminuzione rispetto agli anni precedenti.
In testa alla classifica delle lauree magistrali resta ingegneria gestionale, con oltre 4.500 laureati (17% del totale), mentre continua il calo dei laureati in ingegneria civile, scesi a meno di 5mila unità. Cresce invece la presenza femminile: 16.301 donne laureate tra primo e secondo livello, pari al 31% del totale. A fornire questi dati è il Centro Studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, elaborando le statistiche del MUR.

Laureati in ingegneria: il commento del CNI

“Negli ultimi anni assistiamo al successo dei corsi più innovativi - sottolinea Angelo Domenico Perrini, Presidente del CNI -. Questo amplia il raggio d’azione degli ingegneri, ma ne riduce la riconoscibilità, con molti che operano come dipendenti in aziende regolamentate da norme interne. Preoccupa il calo dei laureati magistrali, poiché la completezza della formazione scientifica è un valore riconosciuto a livello internazionale. Per questo il CNI punta su due direttrici: il tirocinio formativocon prova pratica per l’abilitazione e l’obbligatorietà di iscrizione all’Albo per tutti gli ingegneri, garanzia di competenza e aggiornamento professionale”.
Giuseppe Margiotta, Consigliere Segretario del CNI, evidenzia che l’ingegneria si è estesa in tutti i settori, dando origine a nuove specializzazioni come ingegneria economica e forense. Questo rende necessario aggiornare l’Albo professionale per includere tutte le nuove figure.
Marco Ghionna, Presidente del Centro Studi CNI, segnala come la professione rischi di perdere contatto con le nuove generazioni, sottolineando l’importanza di rafforzare il legame tra università, ordini professionali e mercato del lavoro.
Nel dettaglio, i laureati magistrali in ingegneria scendono leggermente a 31.032, mentre quelli di primo livello aumentano a 38.229. La frequenza alle università telematiche cresce: tra le prime dieci per numero di laureati in ingegneria, tre sono telematiche, formando il 15% dei triennali e il 7,8% dei magistrali. Questo favorisce studenti di aree senza atenei, mentre nel Nord-Ovest oltre il 91% resta nella propria regione; nel Sud, la quota scende al 53,3%.
Infine, il Politecnico di Torino attira oltre un terzo degli studenti stranieri laureati in ingegneria in Italia, seguito da La Sapienza (11,9%) e Politecnico di Milano (9,5%), mentre le università telematiche attraggono meno dello 0,8%.
Questi dati disegnano un quadro di trasformazione della formazione ingegneristica, tra nuove opportunità e sfide per il futuro della professione.


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