Una nuova ondata di innovazione sta trasformando le imprese italiane e molte, forse più di quante immagini, sono già salite a bordo. Continua a leggere per scoprire dove e come si sta facendo spazio l’intelligenza artificiale nel tessuto imprenditoriale del nostro Paese.
Oggi, oltre 181.000 aziende italiane con dipendenti (l’11,4% del totale) utilizzano tecnologie legate all’IA. I settori più coinvolti? Servizi (12,6%), seguiti da Manifatturiero (8,8%) e Costruzioni (7,7%). Il fenomeno è trainato soprattutto dalle micro e piccole imprese, ben 177.887, con 34.997 realtà artigiane in prima linea. Tra queste ultime, spiccano le Marche (27,5%), seguite da Veneto, Sardegna, Bolzano, Emilia-Romagna e Toscana.
Geograficamente, la leadership è della Lombardia (32.080 imprese), seguita da Lazio, Campania, Veneto ed Emilia-Romagna. Le applicazioni più diffuse dell’IA riguardano la cybersicurezza (22,1%), l’analisi documentale (18,3%) e la gestione clienti (CRM, 14,9%). I processi in cui viene maggiormente impiegata? Gestione economico-finanziaria (41,9%) e marketing digitale (35,4%).
Intelligenza artificiale: le criticità riscontrate
Nonostante questo fermento, la strada è ancora lunga. Il 34% degli imprenditori e lavoratori autonomi ammette di non sentirsi preparato sull’uso delle nuove tecnologie digitali. Tra chi non ha ancora adottato l’IA, il 69,9% dichiara di non sapere come integrarla nel proprio business.
Un’altra sfida cruciale è quella delle competenze: solo il 13,1% delle imprese ha già inserito o intende inserire personale dedicato all’IA. Nei prossimi anni, si stima la necessità di 686mila lavoratori con skill avanzate in ambiti come IA, cloud, IIoT, data analytics, realtà aumentata e blockchain. Ma il 53,5% di questi profili è difficile da trovare, soprattutto in regioni come Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Umbria e Toscana.
Il messaggio è chiaro: l’IA è già realtà e sta cambiando il modo di fare impresa. Chi saprà attrezzarsi oggi, sarà leader domani.
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