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L’EPS al Salone del Mobile 50 + 50

Isolamento di
Aipe tra gli sponsor di “The Social Cave”, installazione temporanea in EPS realizzata dalla Facoltà di Architettura della Columbia University di New York


Dal 12 al 17 Aprile 2011 il Salone Internazionale del Mobile di Milano compie i suoi primi 50 anni. Un “giovane cinquantenne”, scherzano ironicamente gli organizzatori nel logo, molto cresciuto, se è vero che dai 12.000 visitatori della prima edizione del 1961 si è passati ai quasi 300.000 nel2010 senza considerare il grande indotto per la città di Milano, pur rimanendo dinamico e creativo.

Anche Aipe – Associazione Italiana Polistirene Espanso – ha voluto partecipare a questa festasponsorizzando “The Social Cave”, installazione temporanea realizzata dalla Facoltà di Architettura della Columbia University di New York per il Salone Satellite allestito all’interno della manifestazione fieristica di Rho - Milano (padiglioni 22 e 24).

Il progetto è costituito da oltre 500 blocchi in EPS (polistirene espanso sinterizzato) grigio riciclato e totalmente riciclabile, forniti da Aipe. Il polistirene, oltre ad essere largamente impiegato come materiale isolante in edilizia e come packagingnei settori alimentare, flovivaistico e industriale, è un ottimo materiale da design in virtù della sua leggerezza, che garantisce assoluta sicurezza e maneggevolezza, unita ad un’eccellente resistenza, elasticità e facile plasmabilità.

The Social Cave
La curatrice del Salone Satellite Marva Griffin ha invitato il laboratorio di ricerca architettonica e di design Non Linear Solution Unit della Columbia University a sviluppare un piccolo padiglione che interroghi le nuove frontiere del design nei prossimi 50 anni.

Il progetto ‘The Social Cave’ è un’installazione interattiva sviluppata da 24 studenti internazionali coordinati da Caterina Tiazzoldi e con la partecipazione dell’interaction designer Mirko Arcese (BCAA). La struttura, composta da poligoni di polistirene riciclabile al 100% assemblati insieme, è pensata per essere continuamente ricostruita e riconfigurata a seconda delle varie location.

Concept
L’era del digitale ha trasformato le tradizionali concezioni di spazio. Se prima la socializzazione poteva esistere unicamente nel mondo fisico, il mondo virtuale ha chiamato in gioco nuove regole e ci ha permesso di interagire in una dimensione prima inaccessibile.

La crescente connettività concessa dal virtuale ha certamente creato un’illimitata rete di percorsi dicomunicazione. Eppure, mentre la nostra rete di contatti si è moltiplicata, le relazioni socialigenerate dal web spesso rimangono confinate allo spazio digitale nel quale sono nate. La protezione data dalla de-materializzazione è seducente: l’intimità non deve più essere limitata al contatto fisico. Incoraggiati dal mantello dell’invisibilità che nasconde il nostro aspetto, possiamocontare su un rinnovato senso di privacy e vicinanza.

Quando lo spazio fisico e virtuale si fondono, come può il design influire sul nuovo panorama della socialità? Può il design incoraggiare un nuovo spazio per l’interazione? Siamo stati invitati a disegnare una piccola installazione interattiva che sarà sperimentata da migliaia di persone, il più delle quali non si conoscono tra loro.

Per rispondere alle nuove frontiere della socialità, abbiamo ideato ‘The Social Cave’, uno spazio che rimanda agli inizi della nostra civiltà. La Cave fonderà insieme l’eccitante frenesia della connettività virtuale, la sua potenza e la sua velocità con la calma data dalla materialità e dalla forma della costruzione, un aggregato parametrico di cubi di polistirolo riciclati e riciclabili al 100%.

I visitatori che entrano nella struttura attraverso due corridoi paralleli, sono nascosti gli uni agli altri da un muro di separazione che divide i due spazi interni della Cave. Grazie all’interfaccia interattiva, la presenza di un visitatore nello spazio al di là del muro sarà rivelata solo attraverso una proiezione astratta che ne cattura i movimenti. L’anonimato fisico creato dal muro divisorio permetterà a ciascun visitatore di sentirsi a proprio agio mentre intraprende una conversazione digitale e virtuale con la proiezione dell’ “ombra” o “fantasma” del visitatore che si muove al di là della parete. In questo modo, a ciascuno saranno resi familiari i gesti e la personalità dell’altro anche senza un primo contatto fisico. Una volta usciti dalla struttura, però, sarà possibile presentarsi e fare amicizia. La Social Cave dapprima nasconde e poi mostra l’identità dei visitatorie la loro vicinanza, permettendo loro di iniziare una conversazione che trascende i tradizionali confini fisici e digitali.

blog del progetto :http://www.arch.columbia.edu/labs/nonlinearsolutions/social-cave-milano
Crediti: Concept + Schematic Design: Non Linear Solutions Unit / GSAPP Columbia University - Caterina Tiazzoldi
Consulenza Interaction Designer: Mirko Arcese
Assistenti Professori e Ricercatori: Bryce Suite, Daniel Cashen, Javier Zaratiegui, Mauro Fassino, Vernon Roether
Studenti: Andrew Kim, Alvin Shim, Benjamin Brichta, Cristina Handal, Courtney Pope, Dionysis Kaltis, Elena
Kapompasopoulou, Evan Bauer, Florence Schmitt , George Valdes, Georgina Lalli, Hye Lee Oh, Jeohg-in
Choi, Jevin Dornic, Katherine Thorn, Kelsey Lents , Michael Gonzales, Youmi Kim, Sanny Ngy

Siti: http://www.arch.columbia.edu/labs/nonlinearsolutions/social-cave-milano
Ringraziamenti:
Marva Griffin: Mark Wigley / Dean Graduate School of Architecture Planning and Preservation GSAPP Columbia University
Laura Kurgan / Director of the Visual Studies section at GSAPP Columbia University, Marco Piana, Gabriele Sala (Aipe)
Sponsor: AIPE, COSMIT, GSAPP, NSU