L’evoluzione mondiale dei mercati dei cereali, e in particolare del
mais, sta avendo delle trasformazioni repentine con un notevole livello
di fluttuazioni; ciò è dovuto alla globalizzazione dei mercati mondiali
di una commodity come quella cerealicola che, grazie alla facilità di
trasporto e conservazione, risente notevolmente dei cambiamenti
climatici e dell’andamento dei consumi.
Secondo Assosementi la coltura del mais dal 1994 ad oggi ha perso
nel nostro Paese 450 mila ettari, poco meno di un terzo della superficie
coltivata. Un disinteresse da parte degli agricoltori dovuto a diversi
fattori: andamenti stagionali non favorevoli, prezzi di mercato bassi,
vincoli nelle rotazioni colturali, progressiva diminuzione delle rese,
maggiori costi economici ed ambientali per controllare le emergenze
sanitarie, tra cui la diffusione della Diabrotica.In questo senso giocano un ruolo fondamentale i Paesi in via di
sviluppo, sia da un punto di vista produttivo, sia da un punto di vista
dei consumi.
Con la finalità di chiarire lo Stato dell’Arte del comparto
cerealicolo è stata organizzata, nell’ambito di BioEnergy Italy, in
programma a Cremona dal 18 al 20 marzo 2011, la Terza Giornata Mondiale
del Mais, in cui si confronteranno sulle tematiche produttive e
commerciali i rappresentanti di alcuni grandi Paesi produttori e
consumatori. L’appuntamento, fissato per il 19 marzo alle ore 10,30, è
organizzato in collaborazione tra CremonaFiere e la Libera Associazione
Agricoltori Cremonesi, e sarà l’occasione per mettere a fuoco anche la
tematica delle biotecnologie applicate all’agricoltura. Relatori del
convegno saranno: Ken MacCauley, Past President, National Corn Growers
Association (NCGA) USA; Federico Zerboni, agricoltore e dirigente
AAPRESID (Associacion Argentina de Productores en Siembra Directa) ed
Ismail Abdel Hamid, direttore del Biotechnology Information Center de Il
Cairo.
Ogni relatore traccerà il quadro del mercato e della produzione
del mais in USA, in Sud America, in Egitto e nel Nord Africa. Nella
seconda parte del convegno verrà affrontato il tema del miglioramento
genetico, dalla tecnica tradizionale alla bioenergia sempre in un
contesto mondiale.Le biotecnologie sono di fatto un fattore produttivo in grado di
determinare la differenza sui livelli di competitività nei diversi
Paesi, in particolare di alcuni tra i Paesi in via di sviluppo nei quali
le biotecnologie si stanno largamente utilizzando, così come in alcuni
Paesi tradizionalmente grandi produttori (USA, Brasile, Argentina).In questo modo l’equilibrio mondiale tra produzione e consumo
potrebbe compromettere il livello di competitività dei produttori
europei.