Quale rapporto fra urbanistica e natura? Come può l'architettura rispondere alle esigenze dei cittadini della città moderna e di quella futura? E soprattutto: cosa possiamo realisticamente intendere per città futura?
Questi sono solo alcuni dei punti su cui si è sviluppato oggi il "Dialogo sopra la futura città verde", con gli architetti Mario Cucinella, di Mario Cucinella Architects (ideatore della Casa 100K, la casa ecosostenibile low cost) ed Andreas Kipar, dello Studio Land (l'ideatore dei "raggi verdi" di Milano). La città del futuro deve sempre più corrispondere a criteri di relazionalità, vivibilità e fruibilità.
Un tema particolarmente attuale, anche in ragione del dibattito sulla riconversione delle città industriali, tra cui Detroit, Milano, la Ruhr e altre aree metropolitane nel mondo. In epoca di crisi dell'industria, proprio a Detroit, capitale americana dell'auto, stanno crescendo le cosiddette "urban farms", le "fattorie urbane". La stessa idea di riconversione che, secondo Cucinella, dovrebbero seguire anche le città italiane, come Milano, Bologna e altre ancora.
L'auspicio di Mario Cucinella è che i grandi progetti di riqualificazione urbana tengano sempre conto delle esigenze di armonia e funzionalità. "In presenza di spazi verdi in città, i cittadini spesso preferiscono questi a luoghi più selvaggi, fuori dalle aree metropolitane, per passare il proprio tempo libero", ha sottolineato Cucinella. "Questo perché l'uomo ha esigenza di vivere a contatto con la natura, controllandola però, gestendo il rapporto con essa".
Per l'architetto genovese, naturalizzato bolognese, nella nuova concezione di città è importante governare i processi della natura, senza contrastarli, ma integrandoli negli spazi urbani. Questo ubbidendo ad un' "empatia creativa" fra uomo e natura, città e territorio.
La città futura di fatto non inventa nulla di nuovo. Non è più il tempo dell'high tech, del vetro e dell'acciaio, che si è scoperto poi essere altamente dispendioso sotto il profilo energetico.
Come ricordato da Kipar,per quanto riguarda Milano un passaggio importante sotto il profilo culturale, della rottura nella continuità di asfalto e cemento, è la creazione degli otto portali attorno al centro cittadino, costruiti con materiali naturali, da cui passeranno i futuri raggi verdi che attraverseranno la città.