Il bisogno dell'uomo di pretendere il diritto alla mobilità rappresenta uno straordinario bastione della giustizia sociale. Da quel diritto discendono il concetto di accessibilità, inteso come la possibilità di raggiungere luoghi e spazi desiderati, e il metodo con cui ci si può spostare. Quest’ultimo terreno definisce i confini della mobilità di Perugia, dove si progettano e realizzano soluzioni per la mobilità alternativa di tipo multimodale, compatibili con la propria natura, economia, storia e cultura. La strategia consolidata consiste nel soddisfare i bisogni di mobilità a partire da interventi di rigenerazione urbana articolati in azioni di riqualificazione architettonica urbanistica e ambientale. Nel gennaio 2008, con l’inaugurazione del sistema di mobilità alternativa Minimetrò che collega la città verticale-antica, alla città orizzontale-contemporanea, la dimensione accessibilità all’acropoli è stata sostanzialmente messa al sicuro.
Perugia può oggi sviluppare a tutto tondo inedite forme di politica, non tanto per sbarazzarsi del proprio passato - come avvenne 150 anni fa, si veda la seguente tabella - ma per prevenire il depauperamento del centro storico, di nuovo alle porte, e concedere alle proprie periferie alternative in grado di andare oltre la densificazione urbana, spesso priva di caratteristiche degne di nota.
La chiave di volta della Fase4 non può che venire dalla convergenza fra le strategie della pianificazione della mobilità pubblica con i baluardi della pianificazione strategica territoriale. Al riguardo, indichiamo due spunti di riflessione. Il primo ci viene dal polo urbano multifunzione, in esecuzione a Monteluce, che se completato con la Linea 2 del Minimetrò (Monteluce- Pincetto Linea 1- stazione FCU Sant’Anna), si rappresenterebbe anche come piattaforma strategica per la mobilità alternativa nelle aree Nord-Est e Nord-Ovest della città.
Il secondo spunto ci è fornito da PortaNova, terminal periferico del Minimetro. In questo caso la realizzazione della Linea 3 del Minimetrò, consentirebbe non solo di collegare il centro storico e in futuro la nuova Monteluce con il polo ospedaliero regionale di Santa Maria della Misericordia, ma con tutta l’area a Sud di Perugia. Quelle menzionate sono le aree più densamente urbanizzate della città, in cui sorge anche l’area industriale privata più grande della regione. Oggi i veri bisogni della mobilità di Perugia si sono trasferiti qui, nelle sue aree di confine, ed è proprio da qui che la città deve ripartire se vuole continuare a guidare lo sviluppo urbano e territoriale attraverso il diritto alla mobilità.
* Questo articolo è tratto da Comunicare Energia, N° 2 Mar-Apr 2011.
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