La calce ed il suo utilizzo nella conservazione e tutela degli edifici di interesse storico e architettonico sono stati al centro del laboratorio promosso venerdì scorso da La Calce del Brenta e dedicato a professionisti e collaboratori della Soprintendenza ai Beni Architettonici ed Ambientali di Venezia. Quindici i partecipanti, per una giornata di studio ed aggiornamento che si è svolta interamente negli spazi dell’azienda padovana guidata da Franco De Toni: dalla fornace alle sale laboratorio, i partecipanti hanno potuto direttamente sperimentare tempi e fasi del ciclo della calce – dalla combustione dei ciottoli alla realizzazione delle finiture - che l’azienda ancora gestisce nel pieno rispetto dei dettami della tradizione.
E’ questo che fa della pittura a calce il materiale d’elezione per ogni intervento di recupero particolarmente su edifici di alto valore architettonico e storico. A dimostrarlo i risultati ottenuti su alcuni immobili vincolati; il risanamento delle loro superfici murarie è stato portato ad esempio da Luigi Melzi - professionista interno all’azienda e membro della commissione n. 4 dell’Uni per edilizia e intonaci - per l’altissima qualità finale delle operazioni di risanamento eseguite a fronte delle significative problematiche preesistenti.
“Le finiture in Calce offrono in questo senso delle garanzie importanti - ha spiegato Melzi - La calce è infatti sin dall’antichità il solo legante usato nella maggior parte delle opere costruite dall’uomo; l’impiego di finiture in calce è dunque una scelta che garantisce compatibilità con i materiali esistenti e massimo rispetto della storicità dell’edificio. Esse restano, anche tra le proposte oggi in mercato, la soluzione migliore sia in termini di benessere e salubrità – assoluta naturalità, elevata porosità e traspirabilità, igienicità, capacità di regolazione igrometrica - che sotto il profilo estetico”.
Le lunghe e pazienti sperimentazioni e ricerche condotte da Franco De Toni e dai suoi collaboratori nel pieno rispetto dei dettami della tradizione hanno infatti permesso la realizzazione di prodotti unici per la straordinarietà delle prestazioni: non pellicolano nè si fessurano ma invecchiano “nobilmente” regalando un effetto di preziosità all’edificio; non disgregano evitando così l’effetto “spolveramento”; hanno una varietà e profondità delle tinte non raggiungibile da alcun altro tipo di pittura; offrono la possibilità di riproporre con assoluta fedeltà tecniche e modelli decorativi caratteristici della migliore tradizione artistica italiana.
La molteplicità delle soluzioni offerte da La Calce del Brenta è stata illustrata nel corso dell’incontro con riferimenti ed esempi applicativi su strutture di alto interesse storico ed architettonico. Concreto l’approccio, che ha permesso di delineare tecniche e materiali con cui oggi è possibile per il restauratore riprodurre in modo filogicamente corretto apparati decorativi preesistenti.