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Lauree abilitanti: il punto di vista degli ingegneri

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Lauree abilitanti: il punto di vista degli ingegneri
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Il Consiglio Nazionale Ingegneri ha chiesto al Ministro dell’Università e della Ricerca Cristina Messa un confronto sul tema delle lauree abilitanti

Le lauree abilitanti sono oggetto della legge n.163 dell’8 novembre 2021, da recepire nel decreto di cui all’articolo 3, comma 2 della legge stessa. Com’è noto, la professione dell’ingegnere non è tra quelle immediatamente interessate dall’applicazione della legge. Essa ricade tra le professioni per le quali l’articolo 4 prevede la possibilità che possano essere resi abilitanti ulteriori titoli universitari, conseguiti con il superamento di corsi di studio che consentono l’accesso all’esame di Stato per l’abilitazione all’esercizio delle professioni per il quale non è richiesto lo svolgimento di un tirocinio post lauream. Su questo tema, Il Consiglio Nazionale Ingegneri ha chiesto al Ministro dell’Università e della Ricerca Cristina Messa un confronto. Qual è la posizione del CNI?

L’organo di rappresentanza degli Ingegneri sottolinea che le decisioni che saranno assunte in sede di adozione del decreto attuativo, in particolare quelle afferenti alle modalità di svolgimento e di valutazione del tirocinio pratico-valutativo e alla prova pratica valutativa delle competenze professionali acquisite con il tirocinio, saranno determinanti anche per la definizione dei nuovi corsi di laurea.

In questa prospettiva si inquadra il costante interessamento e l’impegno del CNI atto a favorire un tempestivo approfondimento dei temi posti dal decreto, anche mediante la promozione di un tavolo unitario di confronto tra tutte le parti interessate. Lo scopo è quello di evitare che si possano creare situazioni di disomogeneità che finiscano per ostacolare il processo di riforma.

“Necessario pervenire a una sintesi condivisa”

In particolare, il CNI sottolinea la necessità di pervenire a una sintesi condivisa tra le amministrazioni, le istituzioni universitarie e gli altri ordini e collegi interessati all’implementazione della legge, sia riguardo alle modalità di svolgimento e valutazione del tirocinio e al contenuto della prova pratica valutativa, sia della composizione della commissione di laurea. Questa, infatti, dovrà essere composta da un eguale numero di docenti e di professionisti, mantenendo tale configurazione unitaria, sotto entrambi gli aspetti strutturale e organizzativo, rispetto allo svolgimento dell’attività valutativa complessivamente intesa. In questo senso, entrambe le prove che gli studenti che intendono conseguire un titolo di laurea abilitante saranno chiamati a sostenere dovranno essere valutate dall’intera commissione e determinare l’attribuzione di un punteggio unico complessivo, pena la rottura dell’unitarietà concettuale della prova finale e dell’organo giudicante preposto alla valutazione, con possibili rischi di contestazione formale sul relativo operato.

Tutto ciò anche considerando il fatto che lo svolgimento del tirocinio rappresenta il momento in cui gli ordini e i collegi professionali, tramite i referenti individuati dai singoli candidati, sono chiamati a farsi direttamente carico della formazione professionale degli studenti, riducendo così ragionevolmente al minimo i problemi di preparazione alla prova pratica valutativa, affrontata solo all’esito di uno specifico percorso formativo.

Sulla base di queste valutazioni, il CNI, attraverso una Nota, ha chiesto al Ministro la possibilità di un confronto, eventualmente da estendere, come detto, attraverso la creazione di un apposito tavolo di lavoro.

 

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