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Le caratteristiche del Piano Obama per il rilancio

Lavori pubblici di
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Il presidente degli Stati Uniti Obama ha destinato 140 mld di dollari alle infrastrutture. Il suo piano è stato analizzato in un dossier Ance. Importanti misure anche per i settori dell’energia e del credito

Il Piano Obama per rilanciare l’economia americana e portare aiuto immediato a lavoratori e famiglie in difficoltà, sarà in grado di mobilitare una quantità di risorse estremamente elevata.

La cifra globale dell’intervento sarà pari a 787 miliardi di dollari, di cui il 74% sarà erogato dal governo Usa nei prossimi 18 mesi. Due terzi della somma arriverà dalla spesa pubblica (512 miliardi di dollari) e solo un terzo da sgravi fiscali. Le aree principali di intervento sono: mercato del lavoro, sanità, fisco, grandi opere e settore creditizio.

Alle infrastrutture saranno destinati 27,5 miliardi di dollari per la costruzione di strade, autostrade e ponti (Surface Transportation Program). 6,9 miliardi di dollari saranno dedicati alle opere relative alla mobilità (Public Transit Programs), 0,75 miliardi per la modernizzazione e la manutenzione della rete ferroviaria ed altri 0,75 serviranno per finanziare progetti di piccole dimensioni (Small Starts projects).

Inoltre, è stato approvato un piano per la rete ferroviaria ad alta velocità (Passenger and Freight Rail Programs) in cui nel 2009 confluiranno 8 miliardi di dollari. La Presidenza ha già avanzato la proposta di estendere i finanziamenti anche per i prossimi anni.

Sono stati stanziati 1,3 miliardi di dollari a favore del National Railroad Passenger Corporation - Amtrak per il miglioramento della sicurezza ferroviaria e per investimenti nel Corridoio Nord-Est. 1,5 miliardi di dollari entreranno in un fondo per interventi di tipo regionale e metropolitano, i cui criteri di allocazione non sono ancora noti.

Saranno, inoltre, disponibili 90 miliardi di dollari per interventi nel campo delle infrastrutture gestiti direttamente dalle agenzie federali. I programmi di investimento non sono stati ancora comunicati, ma si dovrebbe trattare di interventi di edificazione e di manutenzione.

Il Dipartimento della Difesa, per esempio, ha ricevuto 7,4 miliardi di dollari; di questi, 3,8 serviranno per la realizzazione di infrastrutture militari, 1,3 per la realizzazione di ospedali militari e 0,8 per altre costruzioni.

Alla General Services Adiministration, sono stati invece destinati 5,5 miliardi di dollari, di cui 4,5 miliardi per rendere gli edifici federali eco-compatibili, 700 milioni di dollari per la costruzione del tribunale federale e 300 milioni di dollari per la costruzione di nuovi porti.

3,9 miliardi serviranno per la costituzione di fondi rotativi per la depurazione dell’acqua, circa 2 miliardi per i fondi rotativi per la potabilizzazione dell’acqua, e 2 miliardi per i programmi energetici.

Per gli investimenti in costruzione saranno dedicati, quindi, circa 140 miliardi di dollari. Nel 2010, inoltre, la nascente Banca nazionale per le infrastrutture avrà a disposizione 5 miliardi di dollari.

Inoltre sono stati stanziati anche 18 miliardi per il rafforzamento del trasporto pubblico e 11 miliardi per il potenziamento della rete elettrica. Il 24 Aprile 2009 il Dipartimento per i Trasporti ha reso disponibili 9,3 miliardi di dollari per il trasporto pubblico, di cui 31,2 milioni sono già stati versati.

Importanti interventi arrivano anche sul fronte dell’energia:

• 20 mld per incentivi fiscali per investimenti nel settore delle energie rinnovabili;
• 6 mld per prestiti agevolati per progetti di ricerca privata nel settore delle energie rinnovabili;
• 4,5 mld per rendere gli edifici governativi energicamente più efficienti;
• 10,5 miliardi nel 2010 per l’Agenzia della Protezione Ambientale (Epa).

Tutto ciò dovrebbe portare entro il 2020 ad una riduzione del 14% delle emissioni di gas serra rispetto al 2005. Il programma scatterà grazie ad un sistema di compravendita di permessi di inquinamento, che farà entrare all’erario 646 miliardi di dollari entro il 2019.

Per quanto riguarda invece il settore creditizio, il pacchetto di aiuti agli americani in difficoltà con il pagamento dei mutui prevede finanziamenti (ai debitori e alle società di erogazione) fino a 275 miliardi di dollari, che interesseranno 9 milioni di famiglie. L’obiettivo principale è quello di evitare che la rata del mutuo superi un terzo del reddito mensile.

Il Piano definisce le regole di accesso ai fondi messi a disposizione dall’amministrazione Obama per i mutuatari che non hanno adottato atteggiamenti rischiosi (ovvero chi ha utilizzato i mutui solo per l’acquisto della casa e non per altre finalità, come l’acquisto di beni di consumo) e alle banche che hanno erogato mutui solo dopo un’attenta valutazione della controparte.

Per quanto riguarda invece le due istituzioni che garantiscono i mutui immobiliari (Fannie Mae e Freddie Mac), grazie ai 200 miliardi a loro destinati potranno ristrutturare le condizioni del credito.

È un cambiamento importante dato che finora in Usa la riprogrammazione dei mutui non era prevista. Inoltre è previsto il potere per i giudici di ristrutturare unilateralmente i mutui. La rata del mutuo non dovrà essere superiore al 31% del reddito lordo del proprietario.

Per chi compra la prima casa invece, è previsto un credito d’imposta fino a 8.000 $ per acquisti effettuatati entro il 1° Dicembre 2009. L’acquirente dovrà restituire il credito se venderà la casa entro tre anni.

L’intervento è giunto in un momento molto critico per l’economia americana, criticità che viene riscontrata anche nei dati relativi al numero di pignoramenti effettuati nell’ultimo periodo e ai dati relativi alle nuove costruzioni avviate.

Secondo i dati del Dipartimento del Commercio Usa, le nuove costruzioni per il mese di gennaio sono cadute ai minimi dal 1959, con una diminuzione rispetto al mese di dicembre del 16,8%.