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Legambiente: bene il piano strategico per una nuova politica di prevenzione sul territorio

Lavori pubblici di
Secondo l’associazione, occorre una nuova politica di gestione del territorio che preveda lo stop al consumo di suolo, a partire dalle zone a rischio più elevato, e un’azione costante di manutenzione


Trovare le risorse per la tutela del territorio è il primo passo. Oggi la prevenzione è lenta e tarda ad arrivare: negli ultimi 10 anni solo 2 miliardi di euro sono stati erogati per attuare gli interventi previsti dai Piani di assetto idrogeologico (PAI) redatti dalle Autorità di bacino, per uno stanziamento totale di 4,5 miliardi di euro. In attesa di leggere e valutare la bozza sulle linee strategiche per la tutela del territorio, Legambiente propone di recuperare subito almeno 10 miliardi da investire sulla prevenzione dalle opere inutili, dai costi elevati e dagli impatti ambientali enormi.

Ma al tempo stesso bisogna stabilire le politiche e le strategie da mettere in campo. Occorre una nuova politica di gestione del territorio che preveda lo stop al consumo di suolo, a partire dalle zone a rischio più elevato, e un’azione costante di manutenzione che si traduca in presidio territoriale svolto dalle Comunità locali.

Inoltre per pianificare e programmare le politiche territoriali nei prossimi anni diventa imprescindibile considerare gli effetti dei cambiamenti climatici
”, così il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza, commenta le notizie relative alla bozza delle linee strategiche per il Piano strategico sulla tutela del territorio che il ministro dell'Ambiente ha inviato al Cipe.

Dagli ultimi dati diffusi da Legambiente, è infatti emerso che per i danni del maltempo si spendono un milione di euro al giorno. Cifre molto elevate che coprono però solo una parte degli ingenti danni censiti in conseguenza di frane e alluvioni. In Sicilia, Veneto, Toscana e Liguria, le regioni colpite dagli eventi più gravi in questi ultimi 3 anni, è andato l’80% delle risorse stanziate, ma i danni ammontano a 2,2 miliardi di euro circa, quasi il triplo delle risorse messe a disposizione dei comuni colpiti.

E sul piano nazionale per la tutela del territorio Cogliati Dezza conclude dicendo: “è importante il coinvolgimento della comunità scientifica, degli esperti, degli enti competenti, delle amministrazioni locali interessate, del mondo dell’agricoltura, delle associazioni ambientaliste e dei cittadini che vivono nei territori a rischio”.