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Legambiente: Cancun, primo passo incoraggiante

Energie rinnovabili di
Tra gli elementi positivi c’è la costituzione di un fondo verde per il clima a sostegno dei Paesi in via di sviluppo per gli interventi di riduzione delle emissioni e adattamento ai mutamenti climatici


La conferenza di Cancun rilancia il processo verso l’accordo globale sul clima del prossimo anno a Durban e dimostra finalmente l'impegno e la volontà di tutta la comunità internazionale di rendere la lotta ai cambiamenti climatici una priorità della propria agenda politica. Un risultato affatto scontato all'inizio del vertice. Ora bisognerà definire i passi successivi per arrivare alla Cop17 pronti per definire gli impegni dei singoli Paesi e dare risposte positive alle questioni ancora aperte”.

Così Legambiente commenta la conclusione della Cop 16 e analizza i punti principali dell’accordo di Cancun.

Tra gli elementi incoraggianti e positivi  - prosegue nella nota Legambiente - c’è sicuramente la costituzione di un fondo verde per il clima a sostegno dei Paesi in via di sviluppo per gli interventi di riduzione delle emissioni e adattamento ai mutamenti climatici in corso.

A tal fine si riconosce la necessità di risarcire i danni e le perdite, causate dai cambiamenti climatici nei paesi poveri e si introduce un registro delle azioni per l’adattamento ai mutamenti climatici con le risorse finanziarie necessarie ad attuarli.

L’altro aspetto importante dell’accordo  è il riconoscimento che gli attuali impegni di riduzione non sono sufficientemente ambiziosi. Si riconosce, infatti, la necessità di colmare questo gap per stare almeno nella traiettoria dei 2°, ma si richiede anche maggiore trasparenza nel monitorare i progressi e le performance dei singoli paesi”.

Purtroppo vi sono anche diverse lacune da colmare in vista di Durban: la conferenza non ha definito e chiarito né la forma giuridica, né un calendario per arrivare al prossimo accordo globale di Durban - aggiunge Legambiente -.

Ci sono poi delle carenze nella parte relativa al secondo periodo di impegni del protocollo di Kyoto, in particolare sull’utilizzo del surplus di emissioni - accumulatosi in questi anni nei paesi dell’Europa centrale ed orientale, in particolare Russia, e il calcolo di riduzione delle emissioni nel settore forestale,soprattutto nei Paesi scandinavi”.

In conclusione abbiamo apprezzato il ruolo positivo svolto dall’Unione europea qui a Cancun. Una leadership che nei prossimi mesi dovrà tradursi in azioni concrete, a partire dall’aumento al 30% degli impegni di riduzione per il 2020, come già richiesto da Germania, Francia, Regno Unito e Spagna.

Proprio per questo è importante che l’Italia si a aggreghi e sostenga questi Paesi - conclude Legambiente -. Solo l’impegno di riduzione del 30% da parte dell’Unione europea potrà spingere, infatti, anche gli altri paesi industrializzati a fare altrettanto e garantire così che Durban sia un successo”.