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Legge di Bilancio: la rabbia dei professionisti sui compensi

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Legge di Bilancio: la rabbia dei professionisti sui compensi
Confprofessioni critica l’articolo 129 della Legge di Bilancio: la norma sui pagamenti penalizza i liberi professionisti e mette a rischio l’equo compenso

C’è una norma della Legge di Bilancio che sta accendendo un forte malcontento tra i liberi professionisti e che rischia di diventare uno dei punti più controversi della Manovra. Un passaggio tecnico, all’apparenza, ma con ricadute concrete sul lavoro quotidiano di migliaia di professionisti. E proprio su questo fronte il confronto con il Governo si fa sempre più acceso.
Al centro delle critiche c’è l’articolo 129, comma 10 del disegno di legge, che, nonostante le modifiche introdotte, continua a non convincere la categoria. L’emendamento presentato dal Governo in Commissione Bilancio al Senato viene giudicato negativamente da Confprofessioni, che ne contesta l’impianto e le conseguenze operative.
Secondo il presidente Marco Natali, si tratta di “una norma sproporzionata” che, così come riformulata, amplierebbe gli effetti penalizzanti per i professionisti, entrando inoltre in contrasto con quanto già stabilito dall’articolo 48 bis del D.P.R. 602/1973 sui pagamenti della pubblica amministrazione. Il risultato, sottolinea, sarebbe un ulteriore appesantimento burocratico e nuove incertezze applicative.
La posizione dell’associazione non è nuova. Già nel corso delle audizioni davanti alle commissioni riunite di Camera e Senato, Confprofessioni aveva chiesto la cancellazione della disposizione dal testo della manovra. Natali parla di “un emendamento che penalizza indiscriminatamente i liberi professionisti” e denuncia una pubblica amministrazione che continua a non rispettare il principio dell’equo compenso, un’impostazione che, afferma, “non ci aspettavamo da questo Governo”.

“Norma incompatibile con semplificazione ed equo compenso”

Nel merito, la norma viene ritenuta incompatibile sia con gli obiettivi di semplificazione, sia con la piena applicazione dell’equo compenso. Un principio che, ricorda Natali, non riguarda solo il valore della prestazione, ma anche la certezza dei tempi e la tutela del diritto al pagamento.
C’è poi un ulteriore rischio segnalato: l’estensione del blocco dei pagamenti potrebbe alimentare rappresentazioni distorte dei liberi professionisti, rafforzando stereotipi che, secondo Confprofessioni, andrebbero definitivamente superati. Da qui la richiesta finale, ribadita con fermezza, di eliminare l’articolo 129, comma 10 nel corso dell’esame parlamentare.


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