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L’emergenza climatica in numeri: ecco il bilancio del 2019

Ecologia e tutela ambientale di
L’emergenza climatica in numeri: ecco il bilancio del 2019
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Legambiente sottolinea come lo scorso anno sia stato critico sul fronte dei cambiamenti climatici, anche per l’Italia. Due le parole chiave: più eventi estremi e più caldo

Con la fine di un anno e l’inizio del successivo, si sa, è tempo di bilanci. Nell’anno della grande mobilitazione giovanile guidata da Greta Thunberg per salvare il Pianeta, il bilancio clima 2019,stilato da Legambiente, ci restituisce un anno critico sul fronte dei cambiamenti, anche per l’Italia. Due le parole chiave: più eventi estremi e più caldo.

I numeri degli eventi estremi in Italia

Nella Penisola, segnata anche quest’anno da nubifragi, siccità, ondate di calore sempre più forti e prolungate, fenomeni meteorologici intensi ed estremi dovuti ai cambiamenti climatici, salgono a 157 gli eventi estremi che si sono succeduti quest’anno in Italia e in cui hanno perso la vita 42 persone. Un bilancio in crescita rispetto a quello del 2018, che aveva registrato 32 vittime e 148 eventi estremi.

Il 2019 è stato caratterizzato da 85 casi di allagamenti da piogge intense; 54 i casi di danni da trombe d’aria (in forte aumento rispetto alle 41 del 2018), 5 di frane causate da piogge intense e 16 esondazioni fluviali. In aumento anche gli eventi che riguardano due o più categorie (ad esempio casi in cui esondazioni fluviali o allagamenti da piogge intense provocano danni alle infrastrutture).

Il 2019, un anno caldissimo

Oltre ai fenomeni metereologici estremi, il 2019 sarà ricordato anche per il forte caldo. L’anno che stiamo per lasciarci alle spalle è stato uno degli anni più caldi della storia e, secondo l’Organizzazione meteorologica mondiale dell’Onu (WMO), è destinato a piazzarsi al secondo posto nella classifica dei record di caldo.

Il mese di luglio, secondo l’Agenzia Americana per Oceani ed Atmosfera (NOAA), è stato il mese più caldo mai registrato al Mondo negli ultimi 140 anni, con una temperatura media globale di 0,95 gradi sopra la media. Anche in Italia il caldo si è fatto sentire: se si considerano solo le temperature massime, il mese di ottobre è stato il secondo più caldo in assoluto dal 1800 ad oggi, dietro solo al 2001, con un’anomalia di +1,74°C.

Temperature anomale rispetto alla media di stagione si sono registrate anche sotto queste feste di Natale, con Torino che ad esempio, tra il 24 e il 25 dicembre, ha registrato una massima di 17,8 gradi. Si tratta della notte più calda degli ultimi 150 anni, a dirlo è la Società Meteorologica Italiana con sede a Moncalieri.

È questo in sintesi il quadro che emerge dalla ricerca di fine anno redatta dall’Osservatorio Cittaclima di Legambiente, realizzato in collaborazione con il gruppo Unipol, che traccia un bilancio complessivo sugli eventi estremi registrati in Italia nel 2019. Dati e numeri raccolti nella mappa interattiva  del rischio climatico nelle città italiane e che ancora una volta dimostrano l’urgenza di intervenire per ridurre le emissioni di gas serra, che sono la causa dei cambiamenti climatici, e per limitare gli impatti nei territori e i rischi per la vita e la salute delle persone. A palar chiaro sono anche le immagini delle tante città italiane messe in ginocchio quest’anno dal clima “pazzo”, come ad esempio Venezia, più volte sommersa dall’acqua alta, Matera, colpita nei mesi scorsi da intense piogge, oppure centri urbani come Fiumicino e Alvito (Fr), dove si sono abbattute violente trombe d’aria.

L’appello di Legambiente al Governo

Per questo oggi l’associazione ambientalista lancia un nuovo appello al Governo Conte 2, affinché il nuovo anno si apra con azioni davvero concreteper il clima a partire dal piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici di cui l’Italia è ancora sprovvista. Inoltre nei prossimi anni sarà fondamentale continuare una mobilitazione che parta dal basso per sollecitare l’Europa, con il pieno sostegno dell’Italia, a rivedere (prima del Summit sul Clima, convocato dal Segretario Generale dell’ONU Guterres per il prossimo settembre 2019 a New York) il suo obiettivo al 2030 ed andando ben oltre il 55% di riduzione delle emissioni. In questo modo l’Europa potrà essere davvero il pilastro di una forte e sempre più larga Coalizione degli Ambiziosi, in grado finalmente di tradurre in azione l’Accordo di Parigi.