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Monitoraggio ponti: l’Anac dice no. Vediamo perché

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Monitoraggio ponti: l’Anac dice no. Vediamo perché
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La delibera relativa al monitoraggio dei ponti riguarda un’intesa tra Provincia di Verona e Università degli studi di Padova e Brescia. Scopriamo di più

Riportiamo una notizia relativa al monitoraggio di ponti e viadotti, su cui s’è espressa l’Autorità Nazionale Anticorruzione.

L’Anac, ha emesso la delibera n. 179 del 3 maggio 2023 in merito al protocollo di intesa tra la Provincia di Verona e le Università degli studi di Padova e Brescia, adottato sulla base dell’articolo 15 della Legge 241/1990.

L’OICE (Associazione delle società di ingegneria e architettura) aveva segnalato come nel protocollo (peraltro neanche reso pubblico per un “errore del sistema informatico”) mancassero i requisiti delineati dalla giurisprudenza e dalla normativa per definire lecito l’accordo e, in particolare, la presenza in ogni sua parte di un obiettivo comune fra i due soggetti pubblici.

L’Anac dà ragione all’OICE, evidenziando che la collaborazione è sì finalizzata al comune interesse pubblico di miglioramento della sicurezza, ma per le attività di monitoraggio dei ponti e viadotti, per le ispezioni visive, il censimento delle opere e la produzione di report periodici, l’interesse pubblico appartiene soltanto alla Provincia e quindi queste attività andavano messe sul mercato, come richiesto dall’OICE.

Il commento dell’OICE sulla delibera dell’Anac

L’OICE, con il Direttore Generale Andrea Mascolini, così commenta la delibera dell’Anac: “Siamo particolarmente lieti che l’Autorità abbia accolto le nostre argomentazioni, entrando nel merito del contenuto dell’accordo e chiarendo che determinate attività, costituiscono servizi di ingegneria e architettura che nulla hanno a che fare con i compiti di ricerca e formazione tipici delle Università e quindi, se non di interesse comune sono da mettere sul mercato; l’escamotage di avvalersi di strutture specializzate e lavoratori esterni altro non è che un sistema di elusione dell’obbligo di gara, spesso molto usato. D’altro canto sul tema degli accordi collaborativi fra PP.AA. più di dieci anni fa attivammo un contenzioso a livello europeo su un caso simile che coinvolgeva un ateneo salentino e che portò alla definizione dei limiti che la stessa Anac ha utilizzato per questa vicenda e che tante volte, ci segnalano i nostri associati, vengono violati. Nessuna avversione da parte nostra verso questi accordi, ma non devono servire ad eludere il ricorso al mercato che, in generale, è sempre strumento che assicura qualità dei servizi resi attraverso la candidatura di più operatori economici. E questo vale soprattutto in un campo così delicato com'è quello del monitoraggio dei ponti, dove le competenze dell’ingegneria organizzata e non, sono fondamentali”.

 

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