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MWH si aggiudica la medaglia d’argento al “Best paper award” di Power Gen Europe 2013

Energie rinnovabili di
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MWH,


MWH – multinazionale leader nel settore wet infrastructure, specializzata nella fornitura di un’ampia gamma di servizi innovativi di consulenza strategica e ambientale, ingegneria e costruzioni – si è aggiudicata la medaglia d’argento al “Best Paper Award”, assegnato in occasione della prestigiosa conferenza internazionale RENEWABLE ENERGY WORLD 2013 (parte di POWER GEN EUROPE), che si è tenuta a Vienna dal 4 al 6 giugno.

Il paper presentato da MWH, intitolato “Towards the highest efficiency and the lowest environmental impact: a case study showing the recent developments of low head hydropower plants” e curato dall’ing. Chiara Di Silvestro, si è classificato al secondo posto tra i tre finalisti del premio per il miglior articolo nella categoria “opportunità nel settore idroelettrico”.

Con le sue ventuno edizioni, POWER-GEN Europe è l’evento più prestigioso a livello internazionale per gli operatori del settore power generation, così come l’edizione RENEWABLE ENERGY WORLD è diventata un punto di riferimento per il settore delle rinnovabili.

La case history vincente riguarda la consulenza prestata da MWH nell’ambito di un progetto del Gruppo PVB per la realizzazione di nove centrali idroelettriche di taglia “mini” lungo il fiume Iskar, il più lungo della Bulgaria. MWH è coinvolta fin dal 2009 ed ha affiancato il cliente in tutte le sue fasi del progetto, dallo studio di fattibilità al supporto in fase autorizzativa, dall’assistenza nella relazione con i finanziatori e alla fase di operation degli impianti. Inoltre, ha supportato il cliente nel processo di registrazione e monitoraggio del progetto secondo il Joint Implementation Mechanism del Protocollo di Kyoto.

Il paper MWH sottolinea in particolare le opportunità del mini-idroelettrico, vale a dire degli impianti con potenza nominale sotto i 10 MW: questa tecnologia è in grado di offrire numerosi vantaggi dal punto di vista dello sviluppo sostenibile, del rispetto dell’ambiente e del territorio. Gli impianti di piccole dimensioni possono essere realizzati anche in aree remote e difficilmente raggiungibili, contribuendo alla produzione di energia a beneficio delle comunità locali. Inoltre, le centrali mini contribuiscono a diversificare il sistema elettrico, attraverso una generazione distribuita che risulta più affidabile e può garantire la continuità della fornitura anche in caso di problemi sulla rete principale.

Tra gli sforzi portati avanti dal Gruppo PVB e da MWH, c’è sicuramente da sottolineare l’utilizzo di tecniche innovative per ridurre al minimo i potenziali impatti ambientali nel progetto. In particolare, sono state impiegate delle particolari turbine a bulbo mobili, progettate in modo da non ostacolare il passaggio dei pesci, preservando così il naturale equilibrio ecologico del fiume Iskar.

Il nostro gruppo ha sempre avuto una vocazione al risparmio energetico, per cui la migliore tecnologia o fonte è quella che richiede la minor quantità possibile di energia”, sottolinea l’ing. Plamen Dilkov, direttore esecutivo di PVB Bulgaria. “A differenza delle altre tecnologie, il mini-idroelettrico ha una stabilità e una prevedibilità che sono assai preziose per il sistema, permettendo al Gestore dello stesso di non incorrere nel pericolo di sbilanciamenti pericolosi e molto costosi. Ad ogni modo, è probabilmente un vantaggio che nel corso dei prossimi decenni verrà recuperato dalle altre tecnologie, che rispetto al secolo abbondante dell’idroelettrico, hanno appena mosso i primi passi a livello industriale. Il mini-idroelettrico, in termini economici ha in assoluto due vantaggi sostanziali: la prevedibilità della produzione nel tempo e la longevità dei suoi impianti, che danno una solidità determinante alle cifre di questo tipo di investimenti.”

Il progetto “Cascata Sreden Iskar” è stato uno dei primi a ottenere la qualifica di Joint Implementation Project in Bulgaria secondo i criteri dettati dal Protocollo di Kyoto. I carbon credits generati dalle sue centrali sono stati venduti al Governo Olandese tramite un ERPA (Emissions Reduction Purchase Agreement), intermediato dalla Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo. L’ERPA ha garantito, soprattutto nelle prime fasi dell’investimento, un sostegno finanziario determinante, grazie all’anticipo che era contemplato dal contratto e che ha certamente contribuito a consolidare la fiducia degli azionisti e degli istituti di credito. Si tratta, di certo, di un risultato importante che completa la vocazione sostenibile di questo progetto e dei suoi promotori.