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Nuova ala per l’ospedale di Benevento

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Per la climatizzazione dellla nuova ala è stato ad


Ha oltre cento anni ed appartiene all’ordine dei Fatebenefratelli l’ospedale Sacro Cuore di Gesù di Benevento. Il suo fondatore è Fra Pietro Maria de Giovanni, un beneventano appartenente a una famiglia della buona borghesia cittadina che, nel 1879, fu nominato amministratore e direttore del San Diodato, un ospedale di Benevento in cui operavano i Fatebenefratelli fin dal 1614.

In seguito all’inadeguatezza strutturale e funzionale del fatiscente San Diodato, qualche anno dopo venne decisa la fondazione di un nuovo ospedale, moderno e funzionale, su un fondo di proprietà dello stesso Fra Pietro. La nuova struttura intitolata al Sacro Cuore di Gesù, completa di un servizio farmaceutico aperto anche al pubblico e di un ambulatorio gratuito per i poveri, fu inaugurata ufficialmente nel gennaio del 1894. Con il nuovo secolo, due particolari momenti storici colpirono però l'ospedale: la distruzione nel 1943 in seguito ai bombardamenti anglo-americani e l'alluvione del 1949 che rovinò gli ambienti e le attrezzature del piano terra. In entrambi i casi, per la volontà ferma e tenace dei religiosi, l'ospedale risorse e riprese a pieno la sua attività.

Nel 1974 la Regione Campania classificò l’ospedale Sacro Cuore di Gesù come l’ospedale generale di zona e nel 1975 fu inaugurato un padiglione di cinque piani affiancato alla costruzione storica, all’interno dei quali si trovano le degenze, gli ambulatori e le sale operatorie. Da allora l’ospedale è stato oggetto di continui miglioramenti per essere sempre più vicino alle esigenze dei pazienti. L’ultima opera di miglioramento risale al 2007 ed è costituita dalla costruzione di una nuova ala composta da due corpi di fabbrica, rispettivamente di tre piani e cinque piani (per un totale di circa 11.500 metri quadrati), destinata al nuovo pronto soccorso, alle sale operatorie, agli ambulatori e ad ambienti funzionali alle attività di day surgery, a quelle di fisiokinesiterapia e di radiologia, con particolare attenzione anche al comfort climatico dei locali. La nuova ala è in via di ulteriore ampliamento: è infatti in programma la realizzazione di una zona per la risonanza magnetica e di una grande sala conferenze.

Per la climatizzazione della nuova ala - fatta eccezione per le sale operatorie, la sala oculistica, la sala Tac, gli spogliatoi e la morgue - è stato adottato un classico impianto ad aria primaria e ventilconvettori. I restanti ambienti sono invece serviti da impianti a tutt’aria, con cinque UTA dotate di batterie di raffreddamento, batterie di riscaldamento, sezioni di umidificazione, filtri assoluti e batterie di post-riscaldamento nelle singole zone. Le UTA asservite agli spogliatoi e alla morgue sono state posizionate nel piano interrato, mentre le altre sono state installate all’esterno: in copertura quella a servizio della sala operatoria e su dei terrazzi a livello del secondo piano quelle relative alla sala TAC e alla sala oculistica. Le portate d’aria sono rispettivamente di 15.800 m3/h (spogliatoi), 12.800 m3/h (morgue), 16.300 m3/h (sale operatorie), 4.500 m3/h (Tac) e 2.5000 m3/h (oculistica). I volumi/ora di aria esterna di ricambio per i vari ambienti vanno dai 15 per le sale operatorie ai 4 per la radiologia.

La termoregolazione delle unità di trattamento aria viene gestita sia in loco nei singoli ambienti, consentendo la variazione della temperatura rispetto ai parametri impostati (3 °C), sia da un pannello elettronico a corredo di ciascuna UTA, sia da un pannello generale remoto che permette di visualizzare i parametri di comfort ambientale senza la necessità di accedere negli ambienti; quest’ultimo pannello elettronico verrà collegato alla linea telefonica per consentire il controllo a distanza del funzionamento delle UTA.

L’impianto è del tipo a quattro tubi per consentire sia il riscaldamento sia il raffrescamento indistintamente per ogni ambiente in relazione alle esigenze di comfort degli operatori ospedalieri e dei pazienti.

Per consentire un’ottimale distribuzione dei fluidi caldo/freddo sono state realizzate tre sottocentrali di smistamento dislocate al piano interrato, nelle quali sono già stati predisposti gli allacciamenti delle zone future da destinare a risonanza magnetica e sala conferenze.

Le sottocentrali vengono alimentate da un circuito primario realizzato ad anello con partenza da due refrigeratori da 758 kW di potenza frigorifera cadauno. I due refrigeratori d’acqua condensati ad aria, con compressori scroll, batterie condensanti trasversali e refrigerante R410A, sono stati posizionati su un terrazzo in cemento armato a livello del piano zero, in prossimità di una zona in fase di ristrutturazione dove verranno realizzati degli uffici.

Le centrali termiche, ristrutturate quattro anni fa, sono costituite da due caldaie a vapore da 1 MW ciascuna per la produzione di acqua calda sanitaria e da due caldaie da 2,2 MW per il riscaldamento. Queste ultime due servono sia l’impianto della nuova ala sia i radiatori e le UTA che si trovano nella zona storica dell’ospedale. Il vapore a 12 bar viene utilizzato sia per la sterilizzazione sia per le sezioni di umidificazione di tutte le UTA dell’ospedale.

La distribuzione del fluido per zone, abbinata alla tipologia delle apparecchiature utilizzate, consente un’ottimale parzializzazione ed un conseguente contenimento dei costi di gestione.

A servizio degli ambienti destinati ad uso ambulatori, pronto soccorso, fisiokinesiterapia e radiologia sono stati installati moduli di trattamento aria individuale canalizzabili, dotati di presa di aria esterna di rinnovo, abbinati a diffusori d’aria lineari, mentre nelle zone comuni sono stati installati ventilconvettori del tipo “cassette”. Nelle stanze di degenza sono stati infine previsti ventilconvettori per installazione in controsoffitto con ventilatore tangenziale.

I moduli di trattamento aria individuale sono costituiti da un ventilatore centrifugo, da una presa d’aria esterna tarabile fino ad un massimo di 44 litri/s, da un filtro ad alta efficienza di tipo F5 con classificazione di resistenza al fuoco M1 e da una batteria di raffreddamento a 5+1 ranghi.

Il comando del ventilatore prevede un regolatore elettromeccanico della velocità, messo a punto dal costruttore, che può funzionare sia per una velocità preimpostata sia accettando segnali di comando 0-10 V.

I terminali lineari, in virtù del profilo del loro elemento di diffusione che si avvale dell’effetto Coanda, sono in grado di garantire agli occupanti un elevato livello di comfort senza alcun inconveniente. Il flusso d’aria che esce dal diffusore segue, infatti, il profilo del controsoffitto provocando una depressione che richiama aria dall’ambiente che viene subito miscelata con l’aria in uscita. Il tasso di induzione particolarmente alto che caratterizza questi diffusori previene la formazione di ogni corrente fredda garantendo il comfort degli occupanti nel massimo silenzio. L’aria viene estratta dai servizi igienici mediante aspiratori montati in copertura.