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Nuove prospettive per i geometri che lavorano per le PA

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Arriva l’obbligo d’iscrizione in un albo professionale anche per i tecnici dipendenti intenzionati a svolgere l’attività di collaudatore di opere pubbliche

Un provvedimento apripista e dalla portata innovativa”. Così il Presidente CNGeGL, Maurizio Savoncelli, definisce gli aspetti della novità: “Ci troviamo in un ambito che include i collaudi statici e tecnico amministrativi, cuore di ogni appalto, durante i quali si esaminano le caratteristiche delle principali opere pubbliche, dalla scuola alla strada; sono le fasi più delicate in cui si assicura una maggiore tutela alla cittadinanza. Per tale motivo è importante sapere che il collaudatore, da ora in poi, dovrà essere considerato come un libero professionista a tutti gli effetti, analogamente impegnato all’osservanza dei suoi requisiti, pur restando inquadrato come un pubblico dipendente. Solo così, per fare un esempio, sarà tenuto a svolgere le attività formative e di aggiornamento continuo, al pari dei tecnici che svolgono la libera professione”.

Nell’ottica di questo importante cambiamento è opportuno specificare nel dettaglio che l’entrata in vigore del DPR 137/2012 ha abrogato tutte le disposizioni regolamentari e legislative incompatibili con lo stesso, fra cui le norme che limitavano l'iscrizione agli Albi professionali (comma 1, art. 2 DPR 137/2012). Fra queste, anche l'ex art. 7 del RD 274/1929, che escludeva per gli impiegati pubblici l'iscrizione all'Albo dei Geometri, contrariamente a quanto ammesso per gli Ingegneri e gli Architetti.

Un passaggio inedito che consentirà finalmente ai Geometri di ottimizzare i percorsi di carriera all’interno delle pubbliche amministrazioni, laddove è previsto che una serie di mansioni possa essere svolta esclusivamente da chi è iscritto a una Categoria professionale, come, per l’appunto, quella di collaudatore di opere pubbliche. Tenuto conto, inoltre, che la natura degli iscritti alla Categoria sta rapidamente evolvendo dai tecnici diplomati verso i tecnici laureati, si riapre, rispetto al passato, una partita che può rivelarsi molto interessante per un Geometra con specifiche competenze di carattere interdisciplinare, che potrà così andare a ricoprire nuovamente ruoli apicali nella pubblica amministrazione.

“Ma non è tutto - conclude il Presidente CNGeGL - con l’inserimento di una figura professionalmente così concepita nella fase di collaudo, si tende a colmare anche il divario fra le piccole e le grandi pubbliche amministrazioni italiane. Un processo di non poco conto, considerato che la maggioranza dei Comuni è caratterizzata da una popolazione residente molto bassa e rientra pertanto nella prima casistica”.

Il decreto, come da prassi, dovrà essere emanato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e sarà attuativo del D.Lgs. 50/2016 del Codice degli appalti (comma 8, articolo 102); tra le misure previste l’istituzione di un Albo dei collaudatori (tenuto dallo stesso MIT), aperto esclusivamente agli iscritti ai relativi Ordini/Collegi professionali (geometri, ingegneri, architetti e profili tecnici idonei), consultabile dalle stazioni appaltanti per l’assegnazione dell’incarico.

Uno scenario che, in prospettiva, potrà garantire non pochi vantaggi ai geometri dipendenti pubblici: la ratio contenuta nel decreto, infatti, può diventare il viatico per consentire loro migliori percorsi di carriera, soprattutto in considerazione della possibilità (al pari, appunto, dei liberi professionisti) di potere operare in autonomia per quanto riguarda i lavori di ordinaria manutenzione, nonché nel ruolo di componenti tecnico-amministrativi presso le commissioni preposte.

In attesa della conclusione dell’iter, è importante sapere come tale risultato sia stato raggiunto tenendo conto delle indicazioni della Rete delle Professioni Tecniche, che ha ribadito la necessità che il collaudatore (chiamato a svolgere una prestazione professionale complessa e delicata come il controllo del processo di esecuzione di un’opera pubblica), debba presentare requisiti che sono propri di chi è iscritto all’Ordine/Collegio. In primis, il rispetto delle norme deontologiche e, a seguire, la specifica formazione professionale e la conoscenza dell’evoluzione normativa in materia. L’osservanza di tale disposizione comporterà un impatto qualitativamente rilevante per la pubblica amministrazione e per la collettività, come meglio specificato già nelle righe precedenti.