1. Home
  2. Notizie e Mercato
  3. Osservatorio macchine per il movimento terra

Osservatorio macchine per il movimento terra

Macchine per costruzioni di
5/5
votato da 1 persone
Documento di sintesi dell’analisi del Comamoter (Costruttori Macchine Movimento Terra)


• Il presente scenario è stato realizzato con informazioni disponibili al 20.2.2009. Il quadro macroeconomico subisce tuttavia un’evoluzione molto veloce, di conseguenza è bene evidenziare che le previsioni necessitano di aggiornamenti continui e più ravvicinati del normale.

• Negli ultimi mesi, la crisi iniziata nei mercati finanziari e creditizi ha cominciato a trasmettere i suoi effetti sull’attività economica, portando l’economia mondiale in recessione. Le consistenti misure messe in campo da Banche Centrali e autorità governative dei diversi paesi al fine di arrestare il collasso del sistema finanziario internazionale, non sono fino a questo momento riuscite a contrastare il deterioramento della fiducia di famiglie e imprese, che ha innescato un avvitamento negativo tra condizioni finanziarie ed economia reale. Evidenze di un peggioramento in atto superiore alle attese emergono, oltre che dagli indicatori qualitativi sulla fiducia, anche dalla caduta simultanea della produzione industriale in quasi tutti i paesi, nonché dalla forte contrazione degli scambi commerciali anche da parte delle economie più dinamiche sui mercati internazionali di beni, a partire dalla Cina.

• Le profonde incertezze su intensità e durata della crisi in atto hanno generato uno stato di attendismo negli operatori economici che si è riflesso in una brusca frenata degli investimenti. La crisi finanziaria ha messo in serie difficoltà il sistema del credito a livello mondiale, aggravando le criticità già in essere in alcune importanti economie sviluppate (prime tra tutte Stati Uniti, Giappone e, tra quelle europee, Regno Unito e Spagna) e frenando in misura significativa la corsa delle economie emergenti (Cina, India, America Latina ed est Europa).

• In questo contesto, la fase espansiva del mercato mondiale del movimento terra ha subito una brusca e profonda interruzione. Dopo un quinquennio di forte crescita (il mercato mondiale è quasi raddoppiato nel complesso del periodo 2003-2007), nella media del 2008 la domanda di nuove macchine ha subito una contrazione del -10.4%. Questo dato nasconde, tuttavia,una dinamica differenziata in corso d’anno. Dopo un avvio ancora molto positivo, a partire dai mesi primaverili sono emersi i primi segnali di rallentamento; in quella fase si trattava comunque di difficoltà ancora circoscritte prevalentemente alla domanda di macchine compatte, originate delle crisi immobiliari in atto in alcuni paesi. Nell’ultimo quarto dell’anno però, a fronte dell’esplosione della crisi del sistema finanziario, quelli che erano semplici segnali di rallentamento si sono trasformati in un vero e proprio stop generalizzato della domanda. Di fronte all’aggravarsi della situazione economica, l’incertezza degli operatori è aumentata in modo considerevole, generando lo stallo degli investimenti. I mercati più colpiti sono stati quelli di Stati Uniti, Giappone ed Europa Occidentale (con cadute a tassi tra il -20 e il -30% ciascuno).

• Tutti i mercati europei dell’area occidentale (con l’unica eccezione della Svizzera) hanno subito pesanti contrazioni della domanda di macchine movimento terra nella media del 2008. Anche mercati come Francia, Belgio, Olanda, Portogallo, Norvegia e Finlandia, che fino ai mesi estivi mostravano ancora una crescita tendenziale positiva rispetto all’anno precedente, hanno chiuso il 2008 in marcato arretramento. I crolli più consistenti hanno, tuttavia, riguardato i paesi già penalizzati dalla crisi immobiliare. In Spagna ed Irlanda il mercato del movimento terra si è ridotto di circa 2/3 nel 2008 rispetto all’anno precedente; una contrazione molto significativa ha colpito anche il mercato del Regno Unito (dopo un decennio di crescita ininterrotta), dove la domanda di macchine si è fermata a poco più di 25 mila unità dalle oltre 40 mila del 2007.

• In Italia il rallentamento si è avviato in anticipo rispetto agli altri grandi mercati europei. A consuntivo del 2008 il mercato italiano del movimento terra si è fermato sui livelli del 2003. La domanda di macchine si è mostrata in arretramento già nei primi mesi dello scorso anno, a fronte dell’emergere di alcuni elementi di criticità nel settore delle costruzioni, che portavano a prospettare l’avvio di una fase di ridimensionamento del lungo ciclo espansivo dell’edilizia. La scarsa fiducia nella situazione economica (presente e, soprattutto, attesa) ha pertanto alimentato una forte prudenza nei comportamenti di acquisto degli operatori. La possibilità di ricorrere al noleggio e il ridimensionamento dei flussi di esportazione di macchine usate sono altri fattori che hanno favorito il rinvio degli investimenti in nuove macchine. In questo contesto, l’aggravarsi della crisi finanziaria internazionale ha contribuito ad amplificare la caduta del mercato.

• Il deterioramento del contesto macroeconomico internazionale nell’ultima parte del 2008 ha determinato un forte ridimensionamento della domanda di macchine movimento terra anche nel complesso dell’area Europa Centro-Orientale e Turchia. Il mercato di quest’area risultava ancora in forte crescita fino all’estate dello scorso anno (+20% nel periodo gennaio-agosto rispetto al corrispondente 2007). In autunno, la compromissione del sistema del credito innescata dall’esplosione della crisi finanziaria ha bloccato i piani di investimento in questi paesi, determinando un crollo della domanda di nuove macchine (-45%, in termini tendenziali, la flessione subita nella media dell’ultimo quadrimestre). Come risultato di queste dinamiche, a consuntivo del 2008 il mercato del movimento terra dell’Europa Centro-Orientale e Turchia è risultato in arretramento del 7% rispetto all’anno precedente, attestandosi poco al di sopra delle 40 mila macchine. Tra i principali mercati di quest’area, solo la Russia ha chiuso l’anno con un segno positivo (la battuta d’arresto di fine 2008 è stata più che compensata dalla vivace dinamica della prima parte dell’anno).

• Per il 2009 si prevede una brusca decelerazione della crescita del Pil mondiale, che passerà dal +3.9% del 2008 al +0.7% nella media di quest’anno. Questo scenario, che allo stato attuale viene reputato quello più probabile, vede una profonda recessione nelle economie avanzate
(-2.1% e -1.9% la caduta del Pil rispettivamente negli Stati Uniti e nell’Uem) e un marcato rallentamento del ritmo di espansione dei paesi emergenti. Nel caso dei Brics – con la sola, significativa eccezione della Russia, colpita da una profonda crisi finanziaria – la politica economica espansiva e i fondamentali macroeconomici sostanzialmente equilibrati dovrebbero comunque permettere di contenere la decelerazione della crescita.

• Si interromperà il ciclo positivo dell’edilizia: gli investimenti in costruzioni a livello mondiale sono attesi in contrazione, per la prima volta dal 2003. Il contributo negativo maggiore verrà dai paesi industrializzati (Europa Occidentale, Nord America e Giappone). Per quanto riguarda invece le aree emergenti, è attesa una correzione del ciclo nell’est Europa (originata soprattutto dalla brusca inversione di tendenza degli investimenti in Russia), mentre per gli altri paesi si prospetta un ridimensionamento piuttosto consistente del ritmo di sviluppo dell’attività edilizia, che dovrebbe comunque mantenersi in territorio positivo.

• La fase recessiva per il mercato mondiale del movimento terra è pertanto attesa proseguire nel 2009, con un’intensità stimata prossima al -15% in media d’anno. Nell’anno in corso la gran parte dei mercati mondiali risentirà di ulteriori pesanti ridimensionamenti. Sebbene parte della correzione sia stata presumibilmente scontata in anticipo nelle pesanti flessioni degli ultimi mesi del 2008, i fattori ambientali che governano la domanda di macchine permangono molto negativi. E’ difficile, infatti, individuare elementi in grado di diradare nel breve periodo le incertezze che gravano sul sistema. I livelli di attività costruttiva sono attesi in caduta. Il recente processo di rinnovo e ampliamento del parco (realizzato grazie alle consistenti vendite degli ultimi anni) rende poi meno pressanti le esigenze di nuovi acquisti di macchine per far fronte ai lavori in portafoglio. Inoltre, in particolare nei paesi industrializzati, la possibilità di ricorrere al noleggio per soddisfare esigenze contingenti ha come conseguenza un ulteriore contenimento dei piani di investimento in nuovi macchinari. A questi elementi si aggiungono le problematiche generate dall’inasprimento nella concessione di finanziamenti da parte del sistema bancario, che aggrava le difficoltà di acquisto anche per chi delle macchine ha reale necessità.

• A fronte di un significativo peggioramento sul fronte delle costruzioni, la domanda italiana di macchine movimento terra è prevista ancora in consistente flessione nel 2009. Nell’anno in corso, gli investimenti in costruzioni sono attesi in caduta ad un tasso prossimo al 5% rispetto ai livelli del 2008, con una forte riduzione dell’attività in tutti i comparti. Ciò, unito agli altri fattori che già lo scorso anno hanno indebolito il mercato, potrebbe portare la domanda di macchine a fermarsi su un livello prossimo alle 19 mila unità (-16% la variazione media annua rispetto al 2008), paragonabile a quello precedente l’intensa fase di espansione avviatasi sul finire degli anni ’90.

• Nel 2010 il sistema economico mondiale, arrestato sulla soglia della depressione e della deflazione dall’azione della politica economica, potrà avviarsi verso un lento recupero dei livelli produttivi. Il processo di graduale normalizzazione nei mercati finanziari, il recupero del potere d’acquisto di famiglie e imprese derivante da un consistente ridimensionamento dei prezzi delle materie prime rispetto ai livelli medi dello scorso anno e gli stimoli espansivi delle politiche di bilancio sono alla base della ripresa ciclica prospettata a partire dal 2010 (nello scenario presentato in questo Osservatorio, il Pil mondiale è atteso recuperare un ritmo di crescita del 2.9% nella media del prossimo anno). La ripresa sarà comunque necessariamente lenta, per le difficoltà a ripristinare adeguati livelli di fiducia nei consumatori, nelle imprese e nei rapporti tra intermediari finanziari. Rispetto a tale ipotesi, i rischi di un’evoluzione più negativa dell’economia mondiale sembrano prevalere rispetto a quelli, positivi, di una uscita dalla recessione più rapida di quanto previsto. In particolare, qualora la tempestività e l’efficacia dei provvedimenti di finanza pubblica risultassero di tono inferiore rispetto alle attese, l’ulteriore deterioramento della situazione economica potrebbe portare a reazioni più caute da parte di famiglie e imprese nelle decisioni di spesa, anche in presenza di un sostegno al reddito disponibile derivante dagli impulsi della politica fiscale. Questi effetti sarebbero concentrati soprattutto negli Stati Uniti e ne aggraverebbero la crisi finanziaria. Non è infine da trascurare il rischio che i paesi emergenti possano risentire della crisi più di quanto ipotizzato, sia per la maggiore profondità della recessione globale sia per i risvolti interni di natura sociale che si troverebbero a fronteggiare.

• Il seppure lento ripristino della fiducia e la progressiva uscita dell’economia mondiale dalla fase recessiva dovrebbero consentire una ripresa del mercato mondiale del movimento terra a partire dal 2010. Per quanto riguarda gli investimenti in costruzioni, l’atteso modesto recupero del 2010 non sarà comunque tale da avvicinare i ritmi di espansione degli anni centrali di questo decennio. Tuttavia, i bassi livelli toccati dalla domanda di macchine nel biennio 2008-2009 dovrebbero essere tali da sostenere un moderato aggiustamento verso l’alto degli stessi, in vista della prospettata ripresa economica. Grazie al contributo positivo di tutti i principali mercati, la domanda mondiale di macchine movimento terra è prevista tornare a toccare la soglia delle 600 mila unità a consuntivo del prossimo anno (+ 11.7% sul 2009). Nonostante tale crescita possa apparire elevata in termini percentuali, va sottolineato come essa risulti invece ridimensionata se valutata in termini di livello: nonostante il prospettato recupero, nel 2010 le vendite mondiali di macchine movimento terra risulteranno del 15% inferiori al livello massimo toccato nel 2007. Considerazioni analoghe valgono per le dinamiche previste a livello dei singoli mercati.

• Anche per il mercato italiano si prevede un moderato rimbalzo positivo, ma su livelli storicamente bassi. Le prospettive di uscita dalla crisi (sebbene per le costruzioni si preveda ancora un calo degli investimenti nella media del 2010) dovrebbero consentire una leggera lenta ripresa della domanda di macchine, grazie anche al sostegno di un ciclo di sostituzioni. Il livello del mercato si manterrà comunque basso, prossimo alle 20 mila unità (circa 10 mila in meno rispetto al massimo toccato nel 2007).

• La produzione italiana di macchine e componenti risentirà pesantemente del ciclo recessivo della domanda mondiale di movimento terra nel biennio 2008-2009. Dopo un avvio d’anno in forte crescita, la dinamica produttiva ha consistentemente rallentato a partire dalla primavera del 2008, a fronte del consolidarsi dei segnali di raffreddamento provenienti dai mercati mondiali, fino ad arrivare allo stop di alcuni impianti nei mesi finali dello scorso anno. Si stima che, nella media del 2008, queste dinamiche si siano tradotte in una contrazione dei livelli produttivi prossima al 5%. La produzione nazionale potrà beneficiare di una moderata ripresa nel 2010, alimentata dal ritorno ad una intonazione positiva sia del mercato interno che, soprattutto, di quelli esteri (in particolare quelli europei, principale destinazione delle nostre esportazioni). L’anno prossimo, nel complesso di macchine e componenti, essa potrebbe tornare a raggiungere un valore pari a circa 4 miliardi di euro.

News: Mercato delle macchine movimento terra in calo