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Per mancati condoni un danno erariale di 10 miliardi

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Il dato emerge dal Rapporto del Centro Studi Sogeea, illustrato in Senato in occasione del convegno “Trent’anni di condono edilizio in Italia: criticità, prospettive e opportunità”

10,3 miliardi di oblazioni (cifra da ripartire a metà fra Stato e Comuni e a cui vanno aggiunti 160 milioni alle Regioni in base alla Legge 326/03): è il danno erariale 6,7 miliardi di oneri concessori; 1,5 miliardi di diritti di segreteria; 2,1 miliardi di diritti di istruttoria; 1,1 miliardi di risarcimenti per danno ambientale. Anche in questo caso, a livello di Comuni la graduatoria è nettamente capeggiata da Roma: la Capitale vanta circa 800 milioni di euro di mancate riscossioni. Il dato, riportato dall’agenzia di stampa Askanews, emerge dal Rapporto del Centro Studi Sogeea, illustrato in Senato in occasione del convegno "Trent'anni di condono edilizio in Italia: criticità, prospettive e opportunità".

Si possono aggiungere altre voci che vanno a incrementare ulteriormente una cifra già di per sé ragguardevole, secondo Sogeea. Si può ipotizzare che circa il 30% delle quasi 5 milioni e mezzo di domande ancora da istruire darebbe luogo a un adeguamento della rendita catastale dei relativi immobili. Per i Comuni ne conseguirebbe un consistente aumento degli introiti derivanti ad esempio dalla tassazione riguardante Imu e Tasi.

Non solo, avverte Sogeea. Si innescherebbe un volano virtuoso anche per i professionisti: gli studi di ingegneri, architetti e geometri si troverebbero di fronte a una mole di lavoro quantificabile in altri 11 miliardi di euro+IVA, con lo Stato che di conseguenza potrebbe contare su un ulteriore gettito di circa 2 miliardi di euro. E ancora. Si può stimare che per circa 540.000 immobili che devono ricevere la concessione edilizia in sanatoria verrebbe presentata domanda per rientrare nel cosiddetto Piano Casa: ne conseguirebbero altri 1,3 miliardi di euro di oneri concessori e un ulteriore notevole indotto per i professionisti del settore.

"Portare a termine la lavorazione delle domande di condono ancora inevase e incassare le spettanze rappresenterebbe per i Comuni una preziosissima fonte finanziaria - ha sottolineato Simoncini -. Considerando la consistenza dei tagli lamentata spesso dagli enti locali nei trasferimenti di denaro da parte di Stato e Regioni, le notevoli cifre di cui si è parlato potrebbero essere restituite ai cittadini sotto forma di servizi o, ancora meglio, impiegate per la messa in sicurezza del territorio.