Piano Casa: da Assoimmobiliare una proposta concreta

di Marco Zibetti
Case a prezzi accessibili, investimenti miliardari e regole più semplici: il Piano Casa può rivoluzionare il mercato immobiliare. Vediamo come e perché

L’Italia si trova di fronte a un bivio: ignorare l’emergenza abitativa crescente o affrontarla con una strategia chiara e ambiziosa. Un nuovo Piano Casa non è più solo un tema da convegni, ma una necessità concreta che riguarda milioni di cittadini. Se vogliamo un Paese dove la casa torni a essere un diritto accessibile e non un privilegio, è il momento di agire. Ecco perché il recente evento organizzato da Confindustria Assoimmobiliare ha acceso i riflettori su un piano d’azione che punta a riscrivere il futuro del mercato residenziale italiano.
Secondo l’Associazione, nei prossimi anni serviranno 635.000 nuove abitazioni, anche riconvertendo edifici già esistenti, e saranno necessari investimenti per oltre 170 miliardi di euro. Un obiettivo ambizioso, ma raggiungibile, se supportato da riforme strutturali e incentivi mirati.
“Negli ultimi anni i nostri Associati hanno realizzato circa 24.500 alloggi di edilizia residenziale sociale, ma non basta - ha spiegato Davide Albertini Petroni, presidente di Confindustria Assoimmobiliare -. Serve un quadro normativo stabile e attrattivo per gli investitori. Solo così potremo offrire case a prezzi accessibili e allinearci agli standard europei”.
Tra le priorità emerse, spicca l’urgenza di favorire l’affordable housing e di diversificare i modelli abitativi, introducendo soluzioni come il Build to Rent, ovvero abitazioni costruite per la locazione.

Piano Casa: la proposta in 8 punti

Le proposte normative dell’Associazione mirano a:
1. Rivedere il regime fiscale dei fondi di investimento immobiliari, per attrarre nuovi capitali.
2. Introdurre l’opzione IVA sulle locazioni e dimezzare l’aliquota dal 10% al 5%.
3. Riconoscere gli immobili in affitto come beni strumentali, consentendo la deduzione dei costi di acquisto e recupero.
4. Ridurre l’imposta di registro (attualmente al 9%) per le compravendite effettuate da operatori professionali.
5. Esentare dall’IMU le abitazioni in locazione a persone fisiche come prima casa.
6. Facilitare i cambi di destinazione d’uso per riconvertire edifici esistenti.
7. Snellire l’iter per i permessi urbanistici e ridurre i contributi di costruzione per progetti di housing sociale e convenzionato.
8. Stabilire tempi certi per eventuali ricorsi sui titoli abilitativi, fissando un limite di 60 giorni.
Il messaggio è chiaro: con il giusto mix di regole e investimenti, il Piano Casa può diventare realtà. E restituire agli italiani ciò che oggi sembra sempre più lontano: una casa davvero accessibile.


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