Incassato il si' definitivo della Camera sul disegno di legge sulla sicurezza e in attesa che il provvedimento venga ridiscusso dal Senato, per il governo si e' aperto un nuovo fronte polemico. E' quello che riguarda il ''piano casa''.
Al termine di una riunione svoltasi al Ministero per gli Affari Regionali, il governo, le Regioni, i Comuni e le Province non hanno raggiunto un'intesa sul testo che faceva parte dell'ordine del giorno del Consiglio dei ministri fissato per questa mattina e che conteneva un pacchetto di misure urgenti in materia di edilizia, urbanistica e opere pubbliche.
''Il testo sara' portato in Consiglio dei ministri solo quando ci sara' un accordo tra tutti i soggetti. Il governo non intende imporre nessuna accelerazione e non sara' qualche giorno in piu' a compromettere il progetto'', ha annunciato Raffaele Fitto, ministro per i Rapporti con le Regioni.
E' stata soprattutto la Conferenza unificata Stato-Regioni a far saltare l'accordo sul decreto legge. Vasco Errani, presidente della Conferenza oltre che della Regione Emilia Romagna, ha spiegato che le perplessita' rispetto agli intenti del governo riguardano tutte le Regioni e non solo quelle governate dal centrosinistra.
L'esecutivo ha dovuto cosi' prendere atto del nuovo rinvio, nonostante il premier Silvio Berlusconi abbia da tempo individuato proprio nel piano casa uno degli strumenti per riattivare l'economia in tempi di crisi. Negli intenti del governo, il piano prevede misure per l'ampliamento delle abitazioni e il progetto di costruire nuovi insediamenti urbani per chi la casa ha difficolta' ad affittarla o ad acquistarla.
Il Consiglio dei ministri convocato per questa mattina ha comunque all'ordine del giorno un disegno di legge delega al governo per l'aggiornamento della normativa urbanistico-edilizia e del paesaggio. A far salire la tensione, ha spiegato Errani, sono state anche le dichiarazioni fatte ieri da Berlusconi all'assemblea dell'Associazione nazionale costruttori edili (Ance), dove oltre a confermare gli impegni per la ricostruzione delle zone terremotate in Abruzzo avrebbe parlato del piano casa senza tenere conto delle correzioni apportate dalle competenze riservate alle Regioni.
''Il decreto prevede un aumento del 20% delle abitazioni mono e bifamiliari e la ricostruzione di vecchi edifici con criteri di tutela energetica. Da nostre analisi, ci risulta che potrebbero essere immessi sul mercato dai 70 ai 150 miliardi di euro'', aveva detto il premier all'assemblea dei costruttori. Aggiungendo poi un riferimento polemico: ''Per l'applicazione del piano casa serve una legge regionale. Le regioni amministrate dal centrodestra hanno gia' provveduto e le altre dovranno adeguarsi''.
''Evitiamo di giocare sugli equivoci, il disegno di legge di cui si sta parlando e' quello sulla semplificazione e non sull'aumento del 20% delle cubature che e' un'altra cosa. Noi stiamo ancora aspettando dal governo delle risposte precise'', ha replicato al premier il presidente della Conferenza delle Regioni.
Nel pomeriggio di ieri il ministro Fitto aveva tentato inutilmente una mediazione convocando presso il suo dicastero Errani, il ministro per la Semplificazione legislativa Roberto Calderoli e i rappresentanti di Comuni e Province. L'incontro non ha sciolto le riserve sul decreto legge del governo.
Errani e' tornato a spiegare le richieste degli enti locali: l'articolo 11 del decreto, quello relativo al non utilizzo di immobili pubblici a rischio sismico, dovrebbe prevedere l'individuazione delle relative coperture necessarie per reperire i fondi e per le assunzioni del personale tecnico da impiegare nelle verifiche.
Le Regioni chiedono inoltre anche sgravi Irpef del 55% per i privati che mettano a norma antisismica le loro abitazioni (questa modifica potrebbe essere recepita con un emendamento al decreto legge relativo alle zone terremotate). ''Quest'ultima modifica - ha detto Errani - sarebbe una scelta fondamentale per dare risorse all'erario e risposte ai cittadini''.
Dai Comuni viene ritenuto fondamentale l'accoglimento di altri due punti critici ancora irrisolti: quello della deroga agli enti locali per l'assunzione di personale tecnico per la gestione dell'attuazione delle norme antisismiche e quello della semplificazione della procedura per la cosiddetta ''valutazione ambientale strategica'' (Vas). La trattativa governo-enti locali continuera' nei prossimi giorni.