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Piccole imprese e credito, il punto della situazione

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A livello generale si evidenzia una dinamica positiva del credito alle imprese, ma il quadro non è omogeneo su tutto il territorio nazionale

I dati territoriali pubblicati da Banca d’Italia evidenziano una dinamica positiva del credito alle imprese, ma confermano una difficile condizione dei prestiti alle piccole imprese nel Centro Nord mentre nel Mezzogiorno l’erogazione dei prestiti alle piccole imprese si mantiene positivo e in miglioramento.

A giugno 2018, nel Centro Nord le piccole imprese registrano una flessione dei prestiti dell’1,5%, a fronte di un aumento dello 0,6% per il totale imprese. La situazione più difficile si registra nel Nord Est, dove ristagna (-0,1%) l’erogazione di credito al totale delle imprese, con un calo sensibile per le piccole imprese (-1,8%). Nel Nord Ovest i prestiti alle piccole imprese scendono del’1,5%, a fronte di un aumento dell’1,3% per il totale imprese e nel Centro si conferma il calo (-1,1%) per le piccole imprese, a fronte di una stazionarietà (+0,2%) del credito erogato al totale delle imprese.

In controtendenza il Mezzogiorno, dove il credito alle imprese è in aumento (1,0%), tendenza che si rafforza (+1,2%) per le piccole imprese, con un miglioramento rispetto a fine 2017 (+0,6%).

A fronte del maggiore dinamismo dei prestiti, per le imprese meridionali persiste un ampio divario del costo del credito. A giugno 2108 nel Mezzogiorno i tassi pagati dalle piccole imprese sono i più elevati (7,94%) con uno spread di 299 punti base rispetto ad un'impresa medio grande della stessa ripartizione. A seguire i tassi per le piccole imprese del Centro (6,75%) con uno spread di 334 punti base (il più ampio) rispetto alle medio-grandi, quelli del Nord Ovest (6,62%), con uno spread di 335 punti base; i tassi più contenuti per le piccole imprese si registrano nel Nord Est (5,86%), con uno spread di 254 punti base rispetto alle imprese medio-grandi.

La rarefazione del credito, associata ad un incremento dei tassi di interesse trainato dallo spread e dalla fine della politica monetaria accomodante, potrebbe compromettere il ritmo di accumulazione di capitale delle piccole imprese, che su base annua movimentano investimenti per 36 miliardi di euro: un rallentamento degli investimenti potrebbe compromettere la crescita del PIL del 2019 che, nelle previsioni del Governo, deve essere dell’1,5% per mantenere la sostenibilità degli indicatori di finanza pubblica.