Professioni: crollo degli abilitati. Quali sono le cause?

di Marco Zibetti
Il settore delle professioni tecniche è in crisi? Calano le abilitazioni di ingegneri e architetti e si riducono le iscrizioni all’Albo. Il CNI commenta i dati

Nel mondo delle professioni tecniche qualcosa si sta incrinando. I nuovi dati diffusi dal Centro Studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri raccontano una verità: sempre meno laureati scelgono di affrontare l’Esame di Stato e ancora meno decidono di iscriversi all’Albo. Un cambio di rotta silenzioso, ma profondo, che rischia di ridisegnare gli equilibri dell’intero sistema professionale. E le motivazioni, come emerge dal rapporto 2024, non sono poche.
Nel 2024 appena 4.229 candidati hanno ottenuto l’abilitazione da ingegnere e 1.383 da architetto: numeri mai così bassi dall’introduzione delle attuali sezioni dell’Albo nel 2002, e quasi dimezzati rispetto al periodo pre-Covid. Il calo non è dovuto solo alla maggiore selettività dell’esame, nonostante il tasso di successo sia sceso all’84,2% per gli ingegneri e al 53,9% per gli architetti. Il vero nodo è l’attrattività ormai ridotta della libera professione, complici redditi non competitivi e burocrazia crescente.
Ancora più significativo è il confronto con i laureati effettivamente titolati a sostenere l’esame: gli abilitati rappresentano appena il 13,6%, la quota più bassa mai registrata. La riforma del 2013 e la divisione in settori hanno progressivamente allontanato soprattutto chi proviene dall’ingegneria industriale e dell’informazione, mentre continuano a diminuire anche i laureati del settore civile e ambientale. Se la tendenza non si invertirà, l’Ordine potrebbe assistere alla prima contrazione dei suoi iscritti in oltre un secolo. Una dinamica già visibile: dei circa 135mila abilitati degli ultimi 14 anni, solo 62mila risultano iscritti.

Crollo delle abilitazioni: il commento del CNI

“Da sempre il Consiglio Nazionale è critico verso l’attuale strutturazione dell’esame di abilitazione, ritenendolo inefficace”, afferma Angelo Domenico Perrini, ricordando la proposta di introdurre un tirocinio formativo con prova pratica e una sezione unica dell’Albo.
Per Marco Ghionna, Presidente del Centro Studi CNI, “l’accesso alla professione sta cambiando profondamente”. La diminuzione degli abilitati sarebbe il riflesso di percorsi formativi e aspettative diverse, che impongono strumenti più coerenti con competenze digitali e multidisciplinari.
Giuseppe Maria Margiotta osserva che i giovani preferiscono il lavoro dipendente, mentre l’Ordine resta attrattivo quasi solo per l’area civile-ambientale. Da qui l’ipotesi di rendere obbligatoria l’iscrizione per tutti i laureati in ingegneria.
Il crollo è netto soprattutto per gli ingegneri: –54,4% rispetto al 2023. Situazione analoga tra gli iuniores, fermi a 628 abilitazioni. Il settore civile e ambientale resta il più rappresentato, mentre l’informazione continua a mostrare scarso interesse per l’Albo.
Ancora più drastica la flessione tra gli architetti: i candidati scendono sotto quota 3mila e gli abilitati si dimezzano. Tutti i profili, dagli architetti ai conservatori, segnano cali compresi tra il 50% e oltre il 70%.


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