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Progettazione: facciamo luce sui bandi del 2020

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Progettazione: facciamo luce sui bandi del 2020
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Andiamo a scoprire i dati del Rapporto Onsai sui bandi di progettazione e leggiamo il commento di Rino La Mendola, VicePresidente del Cnappc

Che anno è stato il 2020, così complicato in generale, per il mercato dei bandi di progettazione? Troviamo le risposte nel Report annuale dell’Onsai, Osservatorio Nazionale dei Servizi di Architettura e Ingegneria, pubblicato dal Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori (Cnappc) e dal Cresme.

Emerge come, nonostante gli effetti della pandemia, il settore dei concorsi e dei servizi di architettura e ingegneria mostri segni molto incoraggianti di ripresa.

In particolare, l’Onsai ha registrato, rispetto al 2019, un incremento dei bandi per affidamento di servizi di architettura e ingegneria, come progettazione, direzione lavori e collaudo, pari all’8,5% per numero ed al 50,2% per importo dei lavori. Per i concorsi, è stata rilevata una certa stabilità rispetto all’anno precedente in termini di numero, ma al tempo stesso un incremento, per importo dei lavori, pari al 31,7%. Anche per i servizi di pianificazione è stata rilevata stabilità rispetto all’anno precedente in termini di numero (+0,4%) ed un incremento, per importo dei corrispettivi a base di gara, pari al 71,7%.

È rilevante inoltre l’incremento, pari a +25,8%, dei concorsi espletati nel quinquennio 2016-2021 (n°864) rispetto ai concorsi del precedente quinquennio 2011-2015 (n°687).

Dall’analisi dei 52 concorsi ospitati dalla piattaforma del CNAPPC, risulta che il ruolo di RUP è stato assunto da un architetto per il 44% dei casi, da un ingegnere per il 35% e da altre figure professionali per il 10%, mentre il ruolo di coordinatore operativo (supporto al RUP) è stato assunto da un architetto per l’84% dei casi.

Il commento di Rino La Mendonale del Cnappc

“Nel corso degli ultimi anni - ha sottolineato Rino La Mendola, VicePresidente del Consiglio Nazionale degli Architetti e Consigliere delegato ai Lavori Pubblici - abbiamo adottato una serie di politiche complementari per alimentare l’esternalizzazione degli incarichi di progettazione, puntando soprattutto sui concorsi a due gradi. Da un lato, siamo riusciti ad inserire nel Codice dei contratti una serie di emendamenti importanti per aprire i concorsi ai professionisti di talento e, dall’altro, abbiamo redatto i bandi tipo, offrendo alle stazioni appaltanti gli strumenti per bandire i concorsi e per affidare gli incarichi ai liberi professionisti. Sempre con l’obiettivo di promuovere i concorsi di progettazione a due gradi, abbiamo inoltre costituito, conseguendo ottimi risultati, la piattaforma informatica, su cui i concorsi oggi viaggiano veloci e nel pieno rispetto dell’anonimato. Siamo dunque soddisfatti dei dati censiti dall’Osservatorio, dai quali viene fuori un trend positivo per l’affidamento di Servizi di Architettura e Ingegneria e soprattutto un significativo rilancio dei concorsi di progettazione, che, negli ultimi anni, ha fatto registrare un incremento del 25,8%, percentuale che, nonostante gli effetti devastanti della pandemia, nel 2020 cresce, per importo dei lavori, addirittura al 31,7%, rispetto all’anno precedente”.

“Nella consapevolezza che c’è comunque ancora tanta strada da fare - ha concluso - chiederemo al Governo neo-eletto una nuova riforma del Codice dei contratti che, seguendo i princìpi lanciati dalle linee guida per l’architettura varate dal MIBACT, su cui recentemente è stato espresso parere favorevole dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, punti al concorso a due gradi, quale procedura principale da adottare per la progettazione delle nostre opere pubbliche, nella consapevolezza che tale tipologia concorsuale costituisce, senza alcun dubbio, uno strumento fondamentale per valorizzare la professionalità dei concorrenti e per acquisire il migliore progetto tra quelli selezionati ed ammessi al secondo grado. Chiederemo una riforma che abbandoni definitivamente procedure che limitano la concorrenza, come l’accordo quadro, e che relegano il progetto ad un ruolo marginale nell’esecuzione dei lavori pubblici, come l’appalto integrato”.