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Qualità e innovazione, le armi del fotovoltaico

Energie rinnovabili di
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Le prospettive della filiera fotovoltaica italiana e lo sviluppo del settore biogas sono alcuni dei principali argomenti affrontati nel corso di PV Tech, kermesse milanese dedicata alle energie rinnovabili


Guarda al futuro l'industria fotovoltaica italiana, puntando su innovazione e sviluppo tecnologico per preparasi a raccogliere le sfide competitive di una concorrenza internazionale sempre più agguerrita. Questo il tema affrontato nell'ambito della sessione di convegni di PV Tech, il salone internazionale dedicato alle tecnologie di produzione dei dispositivi fotovoltaici. La principali minaccia per le imprese italiane, ed europee più in generale, è rappresentata dalle dall'industria cinese, che negli ultimi anni ha conquistato il primato nella produzione di celle e moduli.

"Competere con queste aziende puntando esclusivamente sulla riduzione dei costi è del tutto impensabile: troppo ampio il divario sul costo della manodopera, senza contare che queste aziende possono contare su energia a prezzi agevolati e sostegni da parte dello Stato - ha dichiarato Giovanni Palmisano, dell'Università degli Studi di Palermo -. Ma la sfida non può essere ignorata. Piuttosto occorre rilanciare, puntando su quelle che possono essere le peculiarità e i punti di forza che da sempre caratterizzano il made in Italy".

Innovazione e avanzamento tecnologico sono le gli strumenti chiave di questa svolta. "Occorre puntare sullo sviluppo di nuovi prodotti, pensati per quelle che sono le esigenze del mercato italiano - ha sottolineato Palmisano -. Un mercato che per caratteristiche territoriali sarà sempre più indirizzato verso impianti di piccola e media taglia, e verso l'integrazione architettonica, piuttosto che su grandi centrali solari. In questo ambito molto ancora c'è da fare e le nostre aziende hanno tutte le carte in regole e tutto il know how per primeggiare".

Per quanto riguarda le nuove tecnologie, molto promettenti appaiono i dispositivi fotovoltaici in film sottile, "tecnologie dove ancora si possono fare molti passi in avanti in termini di miglioramento delle efficienze di conversione e dei sistemi di produzione - ha spiegato Palmisano -. Queste tipologie di moduli hanno costi inferiori rispetto ai tradizionali sistemi a base di silicio cristallino, garantiscono buoni rendimenti anche in condizioni di irraggiamento poco favorevoli e sono particolarmente indicati per l'integrazione nelle strutture architettoniche degli edifici".

E proprio l'integrazione dei sistemi sui tetti e le facciate degli edifici è un altro settore molto promettente. In questo campo, molto può fare il gusto italiano nel disegno di dispositivi particolarmente accattivanti dal punto di vista estetico o di moduli fotovoltaici realizzati su misura, in modo da ridurre l'impatto visivo degli impianti, soprattutto quando si parla di installazioni nei centri urbani.

Qualità e affidabilità sono, infine, altri elementi che devono sempre più contraddistingue la produzione italiana. "Quello che ci attende è un lavoro notevole, che richiede un grosso impegno da parte di tutti gli attori della filiera e del mondo della ricerca - ha concluso Palmisano -. In molte delle nostre università, già si lavora sotto questo punto di vista: sono sempre più numerosi, infatti, i progetti che i nostri atenei portano avanti in collaborazione con le imprese per arrivare allo sviluppo di nuove e più efficienti tecniche di produzione e per l'impiego di materiali innovativi".