Chiudera’ con un calo del 5,9% il mercato delle costruzioni nel 2010. Tuttavia si comincia a vedere la fine del tunnel: se il Piano Casa 2 decolla e si arresta il rinvio degli investimenti in opere pubbliche, nel 2011 - secondo il Rapporto Congiunturale e Previsionale del Mercato delle Costruzioni realizzato dal Cresme e presentato a Veronafiere nell'ambito del Construction Day - si registrera’ una sia pur minima crescita, stimabile attorno all'1%. Potrebbe quindi iniziare un nuovo ciclo nel mercato delle costruzioni, ciclo che comunque avra’ caratteristiche assai diverse rispetto al passato.
“C'e’ una situazione molto complessa all'interno del mercato, per una crisi profonda che e’ la maggiore dal secondo dopoguerra che tocca il settore delle costruzioni” commenta il direttore di Cresme Lorenzo Bellicini - ma allo stesso tempo e’ molto probabile che con il 2010 o forse nel 2011 si tocchi il picco minimo della crisi e si cominci a ridisegnare il nuovo ciclo edilizio.
E' chiaro che questo nuovo ciclo sara’ molto diverso da quello che abbiamo vissuto e il tema di fondo e’ quante imprese resisteranno alla crisi e quante saranno in grado di cogliere le sfide che il nuovo ciclo propone, basato sull'innovazione tecnologica, sul risparmio energetico, sul parternariato pubblico e privato sull'integrazione fra le costruzione e i servizi.
In piu’ ci sono partite che si giocano in Italia sul piano della riqualificazione e la trasformazione, piu’ che della nuova costruzione e c'e’ la eccezionale partita che il sistema imprenditoriale italiano da una parte sta cominciando a giocare, anche con successo, ma che deve giocare molto meglio, che e’ quello del mercato estero”. Secondo il Cresme, le imprese devono internazionalizzarsi, crescere di dimensioni ed essere in grado di competere fuori dal nostro Paese perche’ quelli sono, soprattutto in Asia ed in Sud America, i mercati in espansione e crescita per i prossimi anni.
Il Cresme sottolinea anche il ruolo delicato che ha il mercato delle opere pubbliche in Italia: “In questo momento, il peso del debito pubblico ha fatto si che il ruolo tradizionale dello Stato e del pubblico come sostegno dell'economia nella fase di difficolta’ non ci sia stato - ragiona Bellicini - anzi dal 2005 ad oggi, cioe’ da quando cominciavano ad arrivare gli elementi di crisi, la spesa per le opere pubbliche e’ andata annualmente e continuamente riducendosi.
E anche il comparto delle grandi opere che era stato salvaguardato nella politica di spesa, per i problemi di bilancio ha visto operare uno slittamento, anno dopo anno, delle risorse. E' importante in questo momento che almeno questo livello di investimento non diminuisca ulteriormente ma si mantenga ed un po' dei programmi che sono stati avviati vengano fatti partire.”
Dalla ricerca emerge che il Piano Casa e’ una delle operazioni che potranno dare un contributo alla ripresa del settore: “La partita e’ importante e il Veneto sta andando meglio di tutte le altre Regioni: il primo agosto del 2010 erano quasi 11 mila le domande presentate - rivela il direttore del Cresme - Nella nostra stima il Veneto doveva portarne a casa quest'anno 22mila quindi siamo perfettamente in linea, ce ne saranno ancora di piu’ il prossimo anno”.
Insomma qualche timido segnale c'e’ dopo un 2009 che e’ stato per il mercato delle costruzioni il peggiore da 60 anni a questa parte. Nel quadriennio 2007-2010 il settore ha patito una perdita complessiva attorno al 20%.
Sul fronte del mercato immobiliare, relativamente al segmento del residenziale, il rapporto segnala un dato positivo, con una crescita delle compravendite, nel 2010 , del 2,4% a fronte di una ulteriore riduzione dei prezzi, calati mediamente del 17,2% in generale e del 18,7% nelle citta’ capoluogo. Sulla crescita del mercato immobiliare, pesa pero’ la valutazione di quanto abbiano influito gli effetti dello scudo fiscale.
Sono circa 40 i miliardi di euro realmente rientrati in Italia grazie al provvedimento, e di questi si stima che almeno 10 miliardi possano essere stati reinvestiti proprio nel settore immobiliare, attratti anche dalla riduzione dei prezzi registrata negli ultimi 12 mesi. E' da valutare quindi cosa accadra’ una volta che questa spinta si esaurira’. Rimane invece in crisi il settore del non residenziale strettamente legato all'andamento dell'economia del Paese.
Chi salva il mercato delle costruzioni e’ ancora una volta il settore del recupero e delle manutenzioni straordinarie, aiutato anche dagli incentivi fiscali varati dal governo. Gli investimenti in questa tipologia di interventi crescono del 2,4-2,5% l'anno e il Cresme immagina che in futuro possano stabilizzarsi attorno ad un 2% l'anno.