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Rapporto Irex sulle Energie Rinnovabili: in gioco c’è quasi mezzo punto di PIL

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Arrivano allo 0,4% del prodotto interno lordo le 203 operazioni industriali e finanziarie sulle rinnovabili che nel 2010 hanno prodotto 12,3 miliardi di investimenti e benefici fino a 32 miliardi


L’Italia, con 203 operazioni mappate nel 2010 e 12,3 miliardi di euro di investimenti, è uno dei mercati più attraenti al mondo per le rinnovabili. Un dato, in particolare, balza agli occhi: il totale degli investimenti del 2010 nelle energie pulite equivale allo 0,4% del Pil Italiano che – nello stesso anno – è cresciuto dell’1%.

Sono questi alcuni dei punti chiave del nuovo Rapporto Irex sulle energie rinnovabili che Althesys ha presentato nei giorni scorsi, in coincidenza con la “Sustainable energy week” (11-15 aprile 2011, la “Settimana europea dell’energia sostenibile”).

Nel rapporto il bilancio costi-benefici delle energie rinnovabili, gli scenari legati agli incentivi, la mappatura analitica degli investimenti nel 2010, l’evoluzione delle strategie degli operatori, il ruolo degli investitori e un’analisi comparata dei costi d’investimento in Europa.

Nel 2010, il settore delle energie rinnovabili ha confermato di essere assai dinamico, nonostante la congiuntura economica sfavorevole – spiega Alessandro Marangoni, ceo di Althesys e capo del team di ricerca. – L’analisi ha rilevato 203 operazioni industriali, per un totale di 5.165 MW e investimenti stimati in circa 12,3 miliardi di euro”.

Il maggior numero di investimenti in nuovi impianti è stato effettuato nel fotovoltaico, tuttavia è l’eolico che presenta le maggiori dimensioni in termini di megawatt, grazie anche alle operazioni all’estero, in crescita rispetto agli anni precedenti.

In aumento anche il numero delle acquisizioni rilevate (+30%), a conferma della tendenza al progressivo consolidamento del settore. In calo la presenza degli investitori finanziari, in particolare nelle operazioni di finanza straordinaria.

Inoltre, l’analisi costi-benefici condotta da Althesys alla luce degli scenari politici e regolatori attualmente in discussione mostra un beneficio netto per l’Italia compreso tra 24,3 e 32,3 miliardi di euro.

Gli scenari di sviluppo delle Fer (Fonti energetiche rinnovabili) si basano sulle ipotesi delineate dal legislatore italiano all’interno del Piano di Azione Nazionale, confrontate con quanto realizzabile potenzialmente in Italia – approfondisce Marangoni. – A fronte della spesa per gli incentivi, sempre meno generosi, ma comunque consistenti, volti a coprire i costi di generazione differenziali, vi sono benefici sia economici, sia ambientali, sia di politica energetica”.

Gli effetti degli investimenti in rinnovabili si possono misurare anche in termini di indotto occupazionale e conseguenti ricadute positive sul Pil. A queste voci si va ad aggiungere una questione sempre più rilevante: la minor dipendenza dalle fonti fossili, e i minori rischi che ne conseguono.

Nel rapporto, infine, è stata condotta un’approfondita analisi cross-country per determinare la convenienza degli investimenti in rinnovabili in Europa. L’adeguatezza delle misure incentivanti per ciascun Paese è stata valutata alla luce dei costi diretti e indiretti che gravano sugli operatori. La ricerca evidenzia un ampio divario tra i Paesi, dovuto soprattutto ai costi delle tecnologie e del capitale. In Italia vi sono i costi e i ricavi più alti, ma lo spread percentuale è allineato alla media europea.