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Ricostruzione: nuova legge, cosa ne pensano le imprese?

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Ricostruzione: nuova legge, cosa ne pensano le imprese?
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I rappresentanti delle imprese ascoltati in audizione. Il disegno di legge per la ricostruzione post calamità piace, ma necessita di integrazioni. Ecco quali

È stata messa a punto una nuova legge quadro per la ricostruzione nei territori colpiti da calamità. Nel corso di un’audizione alla Commissione Ambiente della Camera, i rappresentanti di Confartigianato e Cna hanno detto la loro.

Il giudizio è complessivamente positivo sul disegno di legge che interviene con la logica del testo unico per razionalizzare il quadro giuridico generale di procedure e attività successive agli eventi calamitosi.

Tra gli aspetti valutati positivamente la volontà di rivedere la normativa di riferimento, prevedendo un’uguale metodologia per affrontare differenti emergenze, e di intervenire in modo più tempestivo ed efficace.

Ricostruzione post calamità: le integrazioni alla legge

Il quadro normativo andrebbe, tuttavia completato con le disposizioni per agevolare la ripresa economica e produttiva di territori colpiti da calamità. Le Confederazioni dell’artigianato e delle Pmi, oltre alle misure già previste, sollecitano l’applicazione di moratorie per sospendere i pagamenti di eventuali debiti delle imprese nei confronti di banche e istituti finanziari e la sospensione automatica, senza sanzioni e interessi, dei termini di versamento per gli adempimenti tributari e contributivi e per i procedimenti amministrativi pendenti alla data degli eventi calamitosi.

Tra le richieste avanzate da Confartigianato e Cna anche l’attivazione di specifici crediti d’imposta a parziale copertura di costi fissi a carico delle imprese colpite come, ad esempio, canoni di locazione o bollette di gas ed energia elettrica. Per quanto riguarda le misure di sostegno al reddito, le due Confederazioni hanno chiesto che ne possano beneficiare anche i lavoratori residenti al di fuori dei territori interessati dall’evento calamitoso, qualora siano dipendenti da imprese operative nelle aree colpite.

Inoltre hanno sottolineato la necessità di prevedere l’utilizzo di competenze professionali dell’artigianato, come ad esempio nelle attività di restauro, che, adeguatamente formate dalla Protezione Civile e inserite in un elenco su base volontaria, nelle fasi di emergenza potrebbero utilmente operare per la salvaguardia delle opere d’arte.