L’Europa guarda oltre la guerra. La ricostruzione in Ucraina non sarà soltanto un’enorme sfida logistica ed economica, ma anche l’occasione per gettare le basi di un nuovo modello di sviluppo. In vista della conferenza URC2025, in programma a Roma il 10 e 11 luglio, l’Ance ha organizzato un incontro in collaborazione con la Confederation of Builders of Ukraine (CBU), le principali federazioni europee delle costruzioni, FIEC, EIC e Neo-Eco Ukraine, per presentare progetti già avviati sul campo e promuovere un confronto tra istituzioni nazionali e internazionali.
Nonostante l’aggravarsi del conflitto nelle ultime settimane, il focus resta sul futuro. Secondo il quarto rapporto Rapid Damage and Needs Assessment, elaborato da governo ucraino, Banca Mondiale, Commissione UE e ONU, il costo stimato per la ricostruzione del Paese è salito a 506 miliardi di euro. Di questi, 170 miliardi rappresentano danni diretti, soprattutto nel settore abitativo e nei trasporti: oltre il 13% del patrimonio residenziale è stato colpito, coinvolgendo circa 2,5 milioni di famiglie; distrutti o danneggiati più di 25.000 km di strade, 340 ponti e metà della rete ferroviaria vicino al fronte.
Il piano di intervento prevede almeno 81 miliardi di euro per la ricostruzione delle abitazioni, 75 per le infrastrutture di trasporto e 12,6 solo per la gestione delle macerie. Ma il vero obiettivo è fare di più che riparare: è trasformare. È quanto emerso con forza dal convegno ospitato presso la sede dell’Ance.
Ricostruzione Ucraina: le parole dei costruttori
“La ricostruzione deve essere orientata a una trasformazione sostenibile per costruire un futuro più verde, resiliente e moderno”, ha dichiarato Gaetano Vecchio, Presidente del Gruppo PMI Internazionali di Ance. Per Vecchio, non si tratta solo di opere e infrastrutture: “Parlare di ricostruzione in Ucraina è parlare di futuro europeo, è aiutare un Paese coraggioso a ripartire meglio di prima. Serve un nuovo modello industriale e servono partnership vere con le imprese locali. Solo così si mettono in rete competenze e si risponde ai bisogni reali”.
Sulla stessa linea Piero Petrucco, presidente di FIEC e vicepresidente di Ance: “Non siamo solo costruttori, ma abilitatori della ripresa, della coesione sociale, della resilienza”. E ha concluso con un appello: “Ricostruire vuol dire anche ricostruire fiducia, dare vita a un futuro trasparente, sostenibile, europeo. Da qui usciamo ispirati, pronti a trasformare le idee in azione”.