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Riforma della professione di Architetto: cosa ne pensano gli urbanisti?

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Riforma della professione di Architetto: cosa ne pensano gli urbanisti?
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La posizione di SINURB, il Sindacato Nazionale Urbanisti nato nel 2014 a tutela della figura del Pianificatore Territoriale nello svolgimento della professione

La bozza della riforma dell’Ordinamento della Professione di Architetto predisposta dal CNAPPC sta facendo discutere. Vediamo qual è la posizione di SINURB. Il Sindacato Nazionale Urbanisti, nato nel 2014 a tutela della figura del Pianificatore Territoriale nello svolgimento della professione.

Come prima considerazione, il sindacato esprime una posizione di trasversalità sia rispetto alle modalità di soluzione delle problematiche affrontate nel documento di bozza, sia alle argomentazioni dei soggetti che hanno manifestato il loro dissenso.

In tal senso manifesta dubbi, in quanto emergono difficoltà nelle determinazioni circa il riconoscimento della propria specializzazione anche, e specialmente, in relazione all'effettiva pratica lavorativa.

Oggi tale riconoscimento, nell’ambito del quadro normativo vigente, è lasciato all’individuale e arbitraria considerazione e valutazione da parte del soggetto e/o ente che si relaziona con il Pianificatore nell’esercizio della professione. Ciò comporta inevitabile confusione e discriminazioni pregiudizievoli della categoria professionale. Si ritiene pertanto che il tema della specializzazione sia da affrontare nell’ambito della riforma dell’ordinamento, ma non possa essere congiunto alla competenza dell’organo di magistratura.

Come seconda considerazione, secondo SINURB, si deve affrontare l’esatta configurazione della figura professionale del Pianificatore nell’ambito della sua attività, la cui assenza ha purtroppo generato confusione e una distorta interpretazione, determinando, come conseguenza, un difficoltoso, se non errato, campo di applicazione pratico. Su tale questione fondamentale, per portare chiarezza sul punto, il contenuto della bozza non porta soluzione e beneficio alla categoria che rappresentiamo. In effetti il documento si limita ad indicare termini come “specializzazione”, da attribuire in modo generico alle diverse figure già presenti all’interno degli Ordini Provinciali.

È bene puntualizzare che tali osservazioni si riflettono precipuamente alla finalità cui deve attenersi l’ordine: tutela del committente, concretandosi nella vigilanza della corretta attività svolta dal professionista. Se non si individua e delinea quali siano le figure professionali ed i loro compiti specificamente attribuiti, tale finalità non si può dire raggiunta.

In merito alle previsioni indicate nella bozza finalizzata all'individuazione di un’unica figura professionale definita “architetto generico”, è opportuno evidenziare una ferma obiezione a tale generica definizione professionale da parte di SINURB.

E’ auspicabile nel futuro che tanto gli Ordini Provinciali che il CNAPPC, nelle loro comunicazioni istituzionali, pongano una maggior attenzione riguardo l’uso corrente del termine generico di Architetto (senza, peraltro, che ci sia una ragione oggettiva) garantendo, per contro, l’opportuno riconoscimento alle specializzazioni professionali esistenti.

Un rimedio a tale generalizzazione potrà essere individuato solo previo confronto concertato da tutte le figure professionali coinvolte nella riforma; ciò eliminerebbe qualunque pericolo di mancata specifica individuazione di rappresentanza delle singole figure professionali coinvolte, senza la quale non si può assicurare tutela al committente, con ciò ribadendo che in tal senso l’ordine svolgerebbe con deficit di conoscenza.

Riforma della professione di Architetto: le 3 richieste di Sinurb

Dunque, associandosi a quanto evidenziato e richiesto da INU, Giovani Urbanisti, ASSURB, AIAPP e IASLA, il SINURB, a nome dell’intero direttivo, riconoscendo al CNAPPC di aver intrapreso un necessario percorso di riforma strutturale dell’ordinamento professionale, chiede:

1. Il ritiro della bozza.

2. Il riconoscimento di SINURB quale interlocutore e portatore di interesse di categoria e, quindi, necessario all'elaborazione di un documento finalizzato alla riforma professionale.

3. L’istituzione di un tavolo tecnico comprendente tutti i soggetti interessati, al fine di ottenere la massima condivisione e collaborare al processo di riforma degli Ordini Provinciali.

Allo scopo il SINURB comunica di aver elaborato una propria bozza, sulla falsariga di quella diffusa agli organi di stampa, basata su una visione che si augura essere maggiormente condivisibile con tutti gli attori.