Un’occasione attesa da anni per ridisegnare il ruolo delle professioni ordinistiche in Italia. Con il via libera del Consiglio dei Ministri alla nuova riforma delle professioni, si apre un percorso che punta a modernizzare norme e strumenti, rafforzando il peso economico, sociale e culturale di comparti fondamentali per il Paese. Un cambiamento che promette di incidere non solo sugli aspetti normativi, ma anche sulle prospettive di crescita e riconoscimento dei professionisti.
“Un processo di modernizzazione, quello tracciato dal Ddl, che, a 13 anni dalla Riforma, torna finalmente a puntare i riflettori sull’importanza del ruolo economico, sociale e culturale di un settore che è fondamentale per il nostro Paese”, afferma Massimo Crusi, Presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori (CNAPPC).
Secondo Crusi, per gli Architetti PPC “si tratta di un intervento necessario in quanto l’evoluzione della nostra professione risiede nella capacità di assorbire e di interiorizzare le nuove esigenze del mondo esterno con le nostre competenze culturali e tecniche”. Diventa quindi essenziale, aggiunge, “stabilire regole moderne che riguardano i temi, solo per citarne alcuni, dell’ampliamento dell’equo compenso, della formazione e dell’intelligenza artificiale, dell’esame di stato, del welfare”.
Riforma professioni: l’auspicio del Cnappc
Il Presidente conclude esprimendo fiducia sull’iter parlamentare: “L’auspicio è che nel corso dell’iter vengano recepite le proposte che gli Architetti PPC, così come le altre Professioni, non faranno certamente mancare. Ci auguriamo, di conseguenza, di essere quanto prima auditi per affrontare gli aspetti che sarà importante sottolineare”.
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