Lo scorso 15 Novembre ha avuto luogo presso la Camera di Commercio di Milano la Conferenza “Green Clean Market”: un’iniziativa promossa da Transparency International Italia, l’associazione leader nella lotta per la trasparenza e contro la corruzione, nell’ambito delle collective actions del Siemens Integrity Initiative ‐che supporta progetti della società civile volti a promuovere mercati corretti nel mondo ‐ con il partenariato del Ministero della Funzione Pubblica e il patrocinio del Ministero dell’Ambiente.
Alla conferenza sono intervenuti Antonio Naddeo, Capo del Dipartimento della Funzione Pubblica; Carlo Mochi Sismondi, Presidente di Forum PA; Alessandro Carettoni, delegato di Corrado Clini al Ministero dell’Ambiente; Ivan Lo Bello, Vicepresidente di Confindustria e di Unioncamere; Mario Carlo Ferrario, del Comitato di Garanzia di AIFI; Luca Squeri, Presidente della Commissione Legalità di Confcommercio; Angelo Bruscino della giunta nazionale di CONFAPI; e Marina Gerini, Responsabile Prevenzione della Corruzione e Trasparenza di Regione Lombardia. Introducono Virginio Carnevali, Vicepresidente di Transparency International Italia; Sérgio Filipe, Siemens South West Europe Cluster Compliance Officer; Federico Golla, Amministratore Delegato di Siemens Italia; e Cristina Tajani, Assessore Attività Produttive e Smart City del Comune di Milano.
Il tema principale della conferenza è stato il binomio di illustrazione e dibattito delle 21 Raccomandazioni emerse dalla fase iniziale del progetto dedicato alle ricerche e all’attivazione di nove aree‐pilota territoriali; di queste, 16 Raccomandazioni sono indirizzate al sistema pubblico e 5 al sistema delle imprese. Si tratta di 21 mosse concrete che, attuate in sinergia, promuovono una solida protezione dei settori ad alta innovazione, decisivi per il rilancio della competitività del sistema‐Paese.
Al SETTORE PUBBLICO si raccomanda di:
1. Rafforzare la consapevolezza della rilevanza dei processi di alta innovazione ai fini del benessere di breve, medio e lungo periodo degli individui e delle comunità, e dunque della esigenza di proteggere in modo particolare tali mercati da distorsioni e illegalità.
2. Forte semplificazione normativa e regolamentare, che tenga anche conto delle diverse esigenze fra grandi, medie e piccole imprese.
3. Riforma e riduzione degli incentivi pubblici.
4. Forte coordinamento degli indirizzi normativi e omogeneità regolamentare (a livello internazionale, comunitario, nazionale, territoriale).
5. Abolizione dei controlli ex-ante e rafforzamento dei controlli in-itinere ed ex-post.
6. Introduzione di strumenti di Responsabilità delle Istituzioni e di Responsabilità Sociale delle Amministrazioni per la valutazione dei risultati e degli effetti delle politiche pubbliche.
7. Elaborazione e diffusione di dati unici, confrontabili e leggibili, per evitarne un uso strumentale.
8. Promozione presso la società civile di una informazione sostanziale e non demagogica, ivi inclusa una appropriata formazione scientifica scolastica di base.
9. Obbligo di avvalersi di un Advisor Tecnico nel Green Procurement da parte delle stazioni appaltanti.
10. Abolizione o forte riduzione/ridefinizione delle competenze del TAR sulla green economy.
11. Consolidamento da parte della magistratura delle competenze tecniche e della conoscenza delle dinamiche d’impresa relative ai settori green.
12. Procedure con tempi certi sui pagamenti, anche per generare la bancabilità dei titoli di credito verso la PA.
13. Messa a sistema delle buone pratiche amministrative, ai fini di una loro sistematizzazione e diffusione, anche tramite l’istituzione di una banca dati condivisa.
14. Adozione dei Patti d’Integrità, ai fini di promuovere la tutela della trasparenza e della concorrenza nelle gare di appalto.
15. Adozione delle metodiche e procedure di whistleblowing, e promozione del whistleblowing a favore delle imprese.
16. Rafforzamento della collaborazione tra imprese e autorità pubbliche, tramite un forte coordinamento fra Camera di Commercio, Tribunale e Prefettura.
Al SETTORE DELLE IMPRESE si raccomanda, invece, di:
1. Rafforzare le azioni formative e organizzative volte a consolidare una corretta cultura d’impresa.
2. Rafforzare e valorizzare, anche in termini di visibilità, il proprio track‐record di buone pratiche e competenze distintive.
3. Impegno da parte delle imprese che partecipano alle gare a garantire che gestiranno, indicativamente, la maggior parte della commessa.
4. Adozione di modelli organizzativi che rafforzino la tutela dell’impresa dagli effetti di eventuali comportamenti scorretti individuali al suo interno, ivi inclusa l’adozione di strumenti di whistleblowing e il non utilizzo di incentivi distorcenti.
5. Rafforzare i sistemi di verifica e controllo della integrità delle imprese aderenti.
La Conferenza "Green Clean Market" da un lato ha concluso la fase del progetto dedicata sia alle ricerche condotte dal centro di ricerche RISSC per enucleare le principali criticità nelle correlazioni fra green economy e corruzione, sia alla pre‐costituzione e messa in rete di nove aree‐pilota per l’applicazione di modelli e protocolli di protezione dell’integrità dei mercati della green economy. Dall’altro ha avviato la fase di graduale attuazione degli indirizzi e delle Raccomandazioni nelle aree‐pilota territoriali, che durerà sino al 2015. Le nove aree‐pilota che si stanno costituendo, attraverso la sigla di uno specifico documento d’indirizzo (Policy Statements for a Green Clean Market), sono: Siracusa, Salerno, Bari, Pisa, Torino, Milano, Padova, Trento, Bolzano; mentre altre aree stanno valutando di aderire al progetto.
Nelle aree‐pilota a partire da gennaio 2014 si attiveranno un insieme di azioni sulla base del documento di indirizzo, secondo i principi delle “collective actions” che promuovono il coinvolgimento e la partecipazione attiva della società civile, delle istituzioni, delle imprese, del sistema educativo e universitario, dei media, rispetto a specifiche tematiche. Di particolare rilievo nell’impostazione delle aree‐pilota è l’utilizzo delle metodiche PPP di partenariato e la collaborazione fra pubblico e privato. Un ruolo di indirizzo primario è stato auspicato ed è in via di assegnazione al sistema delle Camere di Commercio, che svolgono la funzione di regolazione dei mercati e rappresentano istituzionalmente le imprese, e al sistema delle Università, preposte alla formazione tecnica e alla diffusione della cultura.
Il Siemens Integrity Initiative, programma avviato da Siemens a livello mondiale nel 2009, prevede l’allocazione di complessivi 100 milioni di dollari nell’arco temporale di 15 anni a progetti promossi dalla società civile volti a rafforzare l’integrità dei mercati, attraverso collective actions, education e training. Per approfondimenti, informazioni più analitiche sono disponibili alla pagina: http://www.siemens.com/sustainability/en/core‐topics/collective‐action/integrity‐initiative .