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Rilanciare l’occupazione grazie alle foreste italiane

Edilizia di
Fantoni: “Il Friuli-Venezia Giulia apripista con il nuovo regolamento forestale”


Alla luce dell’attuale contesto culturale, politico e socio-economico, risulta fondamentale procedere a un ammodernamento degli strumenti normativi nazionali in materia forestale, al fine di semplificare la normativa legislativa regionale nel campo delle competenze e delle funzioni istituzionali.

In particolare, un’intensa opera di sburocratizzazione risulta necessaria per incentivare una gestione forestale attiva su tutto il territorio nazionale che permetta di valorizzare concretamente le funzioni economiche, ambientali e sociali connesse alla gestione attiva del patrimonio boschivo.

Il Friuli-Venezia Giulia ha capito qual è la strada da seguire e lo ha dimostrato approvando da un lato alcuni importanti interventi normativi specifici, dall’altro stanziando 5,5 milioni di euro da utilizzare per la meccanizzazione e interventi sulla viabilità”, spiega Paolo Fantoni, presidente Assopannelli e promotore dell’iniziativa nella veste di delegato FederlegnoArredo per le tematiche forestali in Friuli-Venezia Giulia.

Scopo di tale iniziativa è il raddoppio nel breve termine della quota media di esbosco (ferma oggi a uno scarso 20%, pari a 180.000 mc), garantendo contestualmente l’utilizzo della materia all’interno dei confini regionali e creando così un circolo virtuoso di cui beneficerebbe l'intera comunità.
Auspico – continua Fantoni – che altre Regioni seguano l’esempio del Friuli-Venezia Giulia, promuovendo politiche virtuose finalmente a favore di una filiera dalle enormi potenzialità economiche e occupazionali”.

Friuli-Venezia Giulia: i punti salienti del regolamento forestale

Viabilità: partendo dal presupposto che la viabilità forestale rappresenta uno dei presupposti fondamentali per la gestione sostenibile del bene nel suo insieme (paesaggio forestale incluso), la normativa statale dovrebbe escludere dal campo delle autorizzazioni paesaggistiche quelle relative agli interventi di costruzione o manutenzione (straordinaria) della viabilità forestale, in quanto le strade e le piste sono già oggetto di specifica regolamentazione e regime autorizzativo (vincolo idrogeologico del territorio).

Tagli boschivi: definendo una baseline di gestione forestale semplificata, si potrebbero risolvere alcune criticità contenute nel D. lgs. 227/2001:

•    dovrebbero essere consentite anche le attività di rimboschimento artificiale (con oneri a carico del proprietario boschivo o del concessionario) con utilizzo di specie coerenti con le caratteristiche ecologiche locali e di provenienza locale;

•    le tecniche di taglio preordinate alla rinnovazione naturale dovrebbero essere considerate come “best practice” volontarie, da supportare con adeguati indennizzi e non come rigida regolamentazione, il cui mancato rispetto preveda una sanzione amministrativa o addirittura penale.

Appalti: nei limiti stabiliti dalla legge 227/2001, è auspicabile che il D. Lgs. 163/2007 consenta deroghe all’obbligo di scegliere gli operatori locali solamente attraverso gare e bandi, garantendo lo sviluppo di patti di filiera locale (anche con proprietà forestali pubbliche).

Finanziamenti:
imposizione normativa circa le priorità nei finanziamenti comunitari, statali e regionali ai soggetti della filiera foresta-legno-energia in possesso della certificazione per la gestione forestale sostenibile o per la catena di custodia (“chain of custody”).

Vigilanza: gli organismi di controllo (regionali e Corpo Forestale dello Stato), nell’azione di contrasto al “lavoro nero” dovrebbero potersi avvalere anche di una definizione tecnica e normativa UNI dell’Operatore Forestale.