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Rinnovabili: CGIL dice no all’abbattimento degli incentivi. Serve un piano energetico

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Dopo l’incontro al ministero dello Sviluppo economico tra i sindacati e i ministri Romani e Prestigiacomo sul decreto, l’organizzazione sindacale ribadisce la sua posizione


No all’abbattimento del sistema di incentivi, che avrebbe come unico effetto quello di penalizzare l’intera filiera occupazionale di un comparto che, in un momento di forte crisi economica, è l'unico in crescita, soprattutto nel Mezzogiorno”.

Dopo l’incontro al ministero dello Sviluppo economico tra i sindacati e i ministri Romani e Prestigiacomo sul decreto che taglia gli incentivi alle rinnovabili, la CGIL ribadisce la sua posizione.

Nell’ incontro di ieri il ministro Romani, spiega in una nota il sindacato, “ha illustrato la scelta del governo affermando che il decreto legislativo approvato il 3 di marzo si è reso necessario perché le energie rinnovabili hanno registrato una crescita fuori da ogni aspettativa, raggiungendo con otto anni di anticipo l'obiettivo previsto per il 2020, che era di circa 8 mila mw di potenza da fotovoltaico”.

Questo, osserva la CGIL, “ha generato un forte appesantimento finanziario sul meccanismo incentivante del ‘Conto Energia’ con circa 3,5 miliardi di euro anno di copertura. Da qui è scaturita la decisione del governo di  prevedere un limite annuo agli incentivi economici, cercando di salvaguardare gli investimenti già effettuati per il 2011”.

Se in questi anni - afferma il segretario confederale, Fabrizio Solari - c'è stata una bolla speculativa è evidente che qualcosa non ha funzionato ma la soluzione è da ricercare nella correzione degli errori commessi e non nell’abbattimento di un sistema, come invece prescrive il decreto legislativo dello scorso 3 marzo”.

La CGIL ha inoltre ribadito, come rivendica da tempo, “come sia indispensabile, anche alla luce di quanto avvenuto in Giappone, che il nostro paese si doti di un nuovo piano energetico nazionale, che faccia vera programmazione per l'intero comparto energetico dell'Italia”. Su tutti questi temi il ministro, fa sapere la CGIL, “si è impegnato ha convocare una nuova riunione per la prossima settimana”.