Rinnovabili: il Ministro Prestigiacomo interviene in favore degli incentivi

Energie rinnovabili di Marco Zibetti
Dopo le polemiche scatenate dal Decreto Romani, il Ministro dell’Ambiente è intervenuto rassicurando gli operatori del settore: “Non esiste alcun tetto”


Non esiste nessun tetto a quota 8mila Mw per il fotovoltaico”. Lo ha detto il Ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, spiegando che e' ancora in corso un lavoro congiunto tra il suo dicastero e quello dello Sviluppo economico per l'individuazione di un testo condiviso sulla riforma degli incentivi.

''Sono ancora in corso - ha detto a margine dell'inaugurazione dell'impianto CCS di Enel a Brindisi - riunioni tra il ministero dello Sviluppo economico e il ministero dell'Ambiente per trovare un testo che sia assolutamente condiviso e che non vada nella direzione di quanto letto sulla stampa che supera le reali intenzioni del ministro Romani''.

Sul fronte degli obiettivi per le rinnovabili, ha aggiunto, ''rispetteremo gli obiettivi europei ma non c'e' nessun tetto di 8mila Mw per il fotovoltaico. L'Italia doveva dire all'Unione europea come intendeva rispettare l'obiettivo del 17% indicando il mix di fonti da sviluppare. Quello del fotovoltaico non e' un tetto e' un obiettivo che ci siamo dati noi''.

''Gli incentivi non potranno che essere confermati- ha proseguito ancora il ministro - Quelli precedenti si giustificavano perche' le fonti erano troppo costose per stare sul mercato ma via via che la tecnologia va avanti e' ovvio che questi dovranno essere ridotti perche' queste fonti dovranno essere competitive sul mercato. Il provvedimento del governo non smentira' l'impegno a favorire le rinnovabili ma deve andare su tutte le fonti rinnovabili''.

L’eliminazione del “tetto” di 8mila Mw per la produzione di energia fotovoltaica è stata accolta positivamente da Legambiente, ma le richieste dell’associazione non si fermano qui.

Bene che il Ministro Prestigiacomo tolga il tetto di 8mila Mw per la produzione di energia fotovoltaica, ma non basta a salvare centinaia di posti di lavoro e lo sviluppo dell’imprenditoria legata alle energie pulite.

Ci chiediamo se il Ministro Calderoli abbia davvero letto i contenuti del decreto legislativo con cui si vieta ai regolamenti comunali e alle leggi regionali di intervenire autonomamente in materia di rinnovabili - ha commentato Edoardo Zanchini, responsabile Energia e infrastrutture di Legambiente -.

Il paradosso è che, a partire dall’approvazione del provvedimento, le leggi approvate in Piemonte e in Lombardia, come in centinaia di comuni del Nord Italia, diverranno di colpo illegittime, poiché questi territori improvvisamente si troveranno a possedere standard  superiori rispetto a quelli consentiti dal Governo e quindi saranno automaticamente cancellati.

Il Decreto Romani, in totale incoerenza con i proclami federalisti del Governo, costituisce infatti, una norma assolutamente centralista che non consente ai territori alcuna libertà di crescita e scelta di sviluppo di fonti rinnovabili in edilizia.

E’ per questo che Legambiente chiederà alle Regioni di fare ricorso alla Corte Costituzionale per continuare a far sì che i territori interessati possano invece accrescere lo sviluppo delle energie pulite come ritengono più opportuno”.

Il Decreto Rinnovabili approderà in Consiglio dei Ministri domani, giovedì 3 marzo.


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