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Riprogrammazione dei Fondi strutturali e Fas: le valutazioni Ance

Lavori pubblici di
In un recente documento l'Ance ribadisce la sua contrarietà alla riprogrammazione dei fondi strutturali e Fas annunciata dal Governo in concomitanza con l'approvazione del Piano per il Sud


Il 26 novembre 2010, a distanza di piu` di un anno dell`annuncio della predisposizione del documento programmatico destinato a riformare la politica di intervento a favore dello sviluppo del Mezzogiorno d`Italia, il Consiglio dei Ministri ha approvato il ``Piano nazionale per il Sud``. Il Piano definisce linee programmatiche, obiettivi e priorita` della nuova strategia di intervento elaborata dal Governo per garantire la crescita del Mezzogiorno ed individua i criteri per l`utilizzo delle risorse destinate al Sud.

Per dare immediata attuazione alla strategia di concentrazione delle risorse, il Governo ha approvato, insieme al Piano nazionale per il Sud:
- una delibera CIPE di riprogrammazione delle risorse dei fondi strutturali e del Fondo per le Aree Sottoutilizzate (FAS) relativi ai periodi di programmazione 2000-2006 e 2007-2013 che provochera`, tra l`altro, il definanziamento di molte opere medio-piccole programmate dagli enti locali del Sud;
- uno schema di decreto legislativo relativo alla politica di sviluppo e coesione territoriale e alla perequazione infrastrutturale, da attuare nell`ambito del federalismo fiscale a partire dal periodo di programmazione 2014-2020.

Con questi provvedimenti, il Governo ha posto le basi di una stabile politica volta ad utilizzare le risorse dei fondi strutturali e FAS principalmente per la realizzazione di grandi progetti infrastrutturali. Una politica che e` in grado di modificare rapidamente e sostanzialmente la struttura della domanda di opere pubbliche nel Mezzogiorno.

Oggi, infatti, la maggiore parte delle risorse destinate ad investimenti in infrastrutture e costruzioni nel Sud proviene dalla cosiddetta ``programmazione unitaria`` (fondi strutturali e FAS) perche` la capacita` autonoma di investimento degli enti locali e` fortemente limitata dall`irrigidimento del Patto di stabilita` interno e dai tagli lineari ai trasferimenti statali.

In assenza dei finanziamenti dei fondi strutturali e FAS, gli enti locali del Sud, che costituiscono i principali attori del mercato delle opere pubbliche, soprattutto di media e piccola dimensione, rischiano di ridurre drasticamente i loro investimenti in infrastrutture, con gravi conseguenze per l`attivita` delle imprese di costruzioni del Mezzogiorno.

Questa e` una delle ragioni che ha portato l`Ance a ribadire la sua contrarieta` ad una riprogrammazione dei programmi dei fondi strutturali e dei fondi FAS 2007-2013 in un documento consegnato alla vice-Presidente ``Mezzogiorno`` di Confindustria, Cristiana Coppola, il 16 dicembre 2010.

L'Associazione sottolinea la necessita` di accelerare la realizzazione dei programmi fondi strutturali e FAS che, gia` oggi, prevedono circa 35,6 miliardi di euro di investimenti in infrastrutture e costruzioni (di cui 25,3 miliardi di euro di competenza delle Regioni) prevedendo la ``nettizzazione`` delle spese effettuate nell`applicazione delle regole del Patto di stabilita` interno.

In particolare, l`Ance evidenzia la necessita` di approvare senza ulteriori rinvii i programmi regionali del FAS 2007-2013 gia` riprogrammati dalle Regioni sulla base degli indirizzi forniti dal Governo a marzo 2009 ed approvati in sede tecnica dal Ministero dello sviluppo economico.

L`Ance evidenzia infine che in tre anni, le risorse destinate allo sviluppo del Mezzogiorno, programmate nel QSN2007-2013 sono state ridotte del 17% e sottolinea che la necessita` di avviare un concreto processo di recupero del ritardo infrastrutturale del Mezzogiorno non puo` prescindere da un livello di risorse pubbliche e comunitarie adeguato a una programmazione certa e continua, in grado di assicurare coerenza all`intervento pubblico e rispondenza alle esigenze dei territori interessati e piu` in generale del Paese.