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Rischio idrogeologico: la Giornata Nazionale indica la via

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Rischio idrogeologico: la Giornata Nazionale indica la via
Frane, alluvioni, burocrazia e investimenti bloccati: ecco perché il rischio idrogeologico in Italia è una bomba a orologeria che possiamo ancora disinnescare

Il nostro Paese detiene un triste primato: è tra i più colpiti in Europa da eventi climatici estremi. Ma dietro a frane, alluvioni e territori in costante emergenza, c’è una questione più profonda: la gestione del rischio idrogeologico. Se ne è parlato durante la Seconda Giornata Nazionale per la prevenzione e la mitigazione del rischio, un evento organizzato da ingegneri e geologi, che ha visto la partecipazione di figure istituzionali di primo piano.
“Bisogna fare bene le cose e spendere in funzione delle necessità. I cambiamenti climatici non sono messi in discussione”, ha dichiarato il Ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin. Il suo intervento ha sottolineato la necessità di affrontare il problema con pragmatismo e visione. “Purtroppo l’Italia ha il triste primato dell’intensificarsi di situazioni estreme. Questo ci ha portato a prevedere molti investimenti sugli interventi”.

Giornata Nazionale per la prevenzione del rischio idrogeologico: gli interventi

Anche il Presidente del CNI, Angelo Domenico Perrini, ha posto l’accento sulla necessità di prevenzione: “La cura del territorio è una priorità strategica. Servono tecnologie avanzate per il monitoraggio e una governance più efficace”. Nonostante oltre 20 miliardi stanziati, molte regioni restano in allerta continua.
Arcangelo Francesco Violo, Presidente del CNG, ha evidenziato come le criticità siano spesso organizzative, più che finanziarie: “La frammentazione delle competenze rallenta l’azione. Serve una visione d’insieme e un aggiornamento della normativa tecnica”.
Andrea De Maio, Presidente di Fondazione Inarcassa, ha ribadito l’urgenza di un piano a lungo termine: “Il dissesto idrogeologico è un’emergenza ambientale e sociale. Occorre una strategia chiara e condivisa, con investimenti mirati, sensibilizzazione e formazione”.
Tra gli interventi più attesi, anche quello di Guido Castelli, Commissario per la ricostruzione post-sisma: “Ricostruire significa anche prevenire. La digitalizzazione dei dati geologici è fondamentale per la sicurezza”. Concorde Luigi Ferrara, Capo Dipartimento Casa Italia: “Serve omogeneità nei criteri e nelle banche dati. I professionisti hanno un ruolo chiave nell’attuazione efficace dei progetti”.
I lavori si sono conclusi con gli interventi di rappresentanti istituzionali e una Nota dei Centri Studi di CNI e CNG, che fotografa con dati concreti l’urgenza di agire. Il rischio idrogeologico non è più un’emergenza da rincorrere: è una sfida che richiede soluzioni coordinate, competenti e durature.


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