Frane, alluvioni, cambiamenti climatici e urbanizzazione selvaggia: l’Italia è sempre più fragile. Dietro paesaggi spettacolari si nasconde una verità preoccupante, che mette a rischio milioni di persone e interi centri abitati. La Seconda Giornata Nazionale della Prevenzione e Mitigazione del Rischio Idrogeologico nasce per accendere i riflettori su una questione cruciale per il nostro futuro. Approfondiamo la questione.
Il territorio italiano, per conformazione geologica e morfologica, è particolarmente esposto a fenomeni franosi e alluvionali. A ciò si somma un’intensa urbanizzazione: quasi 8.000 comuni, oltre 59.000 centri abitati, 6.500 km di autostrade, 16.000 km di ferrovie e una fitta rete stradale. Con circa 200 abitanti per chilometro quadrato, la pressione sul territorio è altissima.
Negli ultimi 25 anni sono stati investiti quasi 20 miliardi di euro per contrastare il dissesto idrogeologico, con oltre 25.000 interventi effettuati. Ma non è sufficiente. Le richieste di nuovi finanziamenti ammontano a 9,3 miliardi, secondo quanto riportato sulla piattaforma RENDIS (Repertorio Nazionale degli interventi per la Difesa del Suolo).
Il rischio alluvionale resta allarmante: secondo ISPRA, 6,8 milioni di persone vivono in aree a pericolosità media e 2,4 milioni in zone ad alto rischio. Si tratta del 15% della popolazione. Gli edifici coinvolti sono circa 2,1 milioni.
Rischio idrogeologico: parlano CNI, CNG e Fondazione Inarcassa
“Per contrastare efficacemente il dissesto idrogeologico - afferma Angelo Domenico Perrini, Presidente del CNI - servono azioni concrete: manutenzione del territorio, piani aggiornati, iter autorizzativi più snelli, maggiore formazione tecnica e politiche incisive contro il consumo del suolo”.
Per Arcangelo Francesco Violo, Presidente del CNG, “questa giornata rinnova l’impegno verso un approccio strategico, regolamentato e coerente, capace di affrontare le criticità ambientali con strumenti efficaci e condivisi”.
”I numeri parlano chiaro - aggiunge Andrea De Maio, Presidente della Fondazione Inarcassa -, il dissesto idrogeologico è un’emergenza ambientale che richiede visione, coordinamento e un impegno collettivo. Solo con prevenzione e investimenti mirati possiamo proteggere il nostro territorio”.
L’evento, all’Acquario Romano di Roma, pone al centro il cambiamento climatico e la trasformazione del territorio. Al dibattito partecipano esperti e rappresentanti istituzionali, con l’obiettivo di delineare una strategia concreta e duratura per la sicurezza e la salvaguardia ambientale del Paese.
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