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Rischio sismico e idrogeologico: il Piano dei costruttori

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Rischio sismico e idrogeologico: il Piano dei costruttori
Il rischio sismico e idrogeologico minaccia il futuro dell’Italia. Quali azioni propone l’Ance per trasformare l’emergenza in prevenzione concreta?

Affrontare il rischio sismico e idrogeologico non è più un’urgenza da rinviare, ma una priorità strategica per il futuro del Paese. L’Ance lancia un appello chiaro: serve un piano pluriennale con fondi certi, una cabina di regia unica a livello nazionale e un sistema informativo integrato per accelerare gli interventi e prevenire le catastrofi. Basta rincorrere le emergenze: occorre una visione strutturale e coordinata.
La presidente Federica Brancaccio, in audizione alla Commissione parlamentare d’inchiesta, ha ricordato i dati dell’Ispra e del Rapporto Ance-Cresme 2023: dal 1944 i danni da terremoti e dissesto superano i 358 miliardi, con oltre il 94% dei Comuni esposti a frane, alluvioni ed erosione costiera. Negli ultimi anni la spesa per i fenomeni idrogeologici è triplicata, passando da 1 a 3,3 miliardi annui. “Non possiamo continuare a rincorrere le emergenze, serve una svolta”, ha ribadito.
Secondo l’Ufficio Parlamentare di Bilancio, senza politiche incisive l’impatto del clima entro il 2050 potrebbe valere oltre 100 miliardi di Pil. Investire oggi in prevenzione è quindi anche una scelta economica.
Per l’Ance, la governance deve essere centralizzata sotto “Casa Italia”, con piani pluriennali finanziati anche tramite fondi europei e nuovi bilanci. Fondamentale ridurre il divario tra risorse stanziate e cantieri aperti, semplificando procedure e monitorando l’efficacia degli interventi.
Il Rapporto Ance-Cresme evidenzia inoltre che oltre il 74% degli edifici italiani ha più di 40 anni e non è adeguato a resistere ai terremoti. Da qui la richiesta di un piano nazionale per scuole, ospedali e strutture pubbliche, insieme a misure fiscali che incentivino la messa in sicurezza del patrimonio privato.

Rischio sismico e idrogeologico: il ruolo delle detrazioni

Brancaccio ha avvertito che la riduzione delle detrazioni rischia di penalizzare i lavori strutturali, i più utili per la prevenzione. Necessaria una ricognizione dello stato degli edifici, l’introduzione della diagnosi sismica obbligatoria e un uso efficace del Fascicolo del fabbricato. L’assicurazione contro le calamità, se non legata alla classe di rischio, potrebbe addirittura deresponsabilizzare i proprietari.
Infine, l’Ance chiede di estendere fino al 2026 il superbonus 110% “Ricostruzione” a tutti i territori colpiti da terremoti, sottolineando che solo una programmazione di lungo periodo potrà garantire città più sicure, sostenibili e resilienti.


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